A Pontelambro, presso la sede dell’Emporio della Solidarietà di Caritas Ambrosiana del Decanato di Erba, si è tenuto un incontro di presentazione della struttura. Erano presenti tra gli altri monsignor Angelo Pirovano, Decano di Erba, e don Ettore Dubini, referente per il progetto. Monsignor Pirovano ha sottolineato il valore dell’Emporio per il Decanato: «Avevo conosciuto la realtà degli Empori quando mi trovavo a Roma. Così, quando don Ettore me ne ha parlato, ho subito appoggiato l’idea. Per questo progetto la dimensione del Decanato è fondamentale, perché consente di sommare le forze, di rendere più efficace una testimonianza che ha nella carità la sua prima componente, di unire insieme tanti “ruscelli” di bene già esistenti e di poter così raggiungere un maggior numero di persone».
Don Dubiniha illustrato il significato del servizio: «Dietro l’Emporio c’è una storia e una tradizione di persone e di famiglie che già in passato si sono fatte carico di aiutare chi si trovava in difficoltà. Si colloca in un solco che mantiene un’identica attenzione, ma ne muta la fisionomia, con una convinzione: le risorse – in questo caso alimentari – ci sono, basta condividerle. Rispetto ad altre forme, come per esempio i pacchi viveri, l’Emporio assicura all’utente la dignità di poter scegliere, cerca di “educarlo” a una spesa responsabile e a un consumo consapevole e quindi anche di aiutarlo a uscire dal momento di difficoltà (perché la nostra speranza è che in futuro non ci sia più bisogno di Empori…). Possiamo contare sul supporto di diverse realtà – dalla Bcc Brianza Laghi al Banco Alimentare, al Magazzino Caritas -, ma è importante sottolineare l’apporto che ci stanno dando i molti volontari coinvolti nella gestione dell’Emporio».
A questo propositoOscar Filippiniha spiegato le modalità di utilizzo della tessera a punti che sarà assegnata agli utenti. È infine intervenutoErminio Fusi,responsabile della Caritas decanale, che ha puntualizzato: «L’Emporio è una delle risposte alla povertà sul nostro territorio, ma non è l’unica, perché si colloca a fianco, tra gli altri, del Progetto Decima e dell’Emporio del Vestire Solidale. È un lavoro “di rete” che vuole “accompagnare” persone e famiglie, una dinamica che punta a dimostrare che nessuno è solo».
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