Ogni buon studioso di epigrafia deve interrogarsi sul senso del testo che sta analizzando, datarlo e collocarlo nello spazio geografico, e se possibile individuarne l’autore con un buon grado di approssimazione. Ogni singola iscrizione è un segno del passato che può dire molto sul mondo che l’ha generata, a patto che sia correttamente interpretato. Impresa tutt’altro che semplice. Su questi temi ci sarà in settembre una platea di esperti per capirne di più.
L’Università dell’Insubria promuoverà con la Biblioteca Ambrosiana di Milano le Terze Giornate Epigrafiche, intitolate “L’errore in epigrafia”, il 20 e 21 settembre prossimi, a cura di Federico Gallo e Antonio Sartori. Tra i numerosi relatori, venerdì 21 settembre da segnalare Mauro Reali (“Gli inconsapevoli errori degli epigrafisti: un esempio dell’ager Insubrium”) e Sergio Lazzarini (“Tra puntualità autoptica e fiducia nel trascrittore: spunti ostiensi”).
Fonte primaria del mondo antico, l’epigrafe è un campo che richiede un notevole acume filologico: non vanno considerati infatti solo gli errori nelle scritte riportate sulle pietre, ma anche quelle prodottesi nella loro trascrizione e diffusione, durante il corso dei secoli.
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