(ANSA) – LONDRA, 3 LUG – Cresce la pressione sul principe Andrea, terzogenito di Elisabetta II, sul fronte del suo coinvolgimento nell’inchiesta in corso negli Usa sul giro di presunti abusi sessuali contro ragazze giovanissime e anche minorenni nato secondo l’accusa attorno a Jeffrey Epstein: il defunto miliardario americano, morto in carcere nei mesi scorsi, le cui dimore furono frequentate dal duca di York, da Bill Clinton e da numerosi altri amici ricchi, potenti e famosi. Ad aggravare potenzialmente la posizione di Andrea, che finora non risulta indagato, ma a cui le autorità d’oltreoceano e l’Fbi chiedono da tempo di testimoniare, è stato l’arresto ieri dell’ereditiera britannica Ghislaine Maxwell, partner e presunta complice di Epstein, nonché tramite dell’amicizia col principe.In attesa degli interrogatori di Ghislaine, figlia dell’ex controverso magnate dei media Robert Maxwell (morto misteriosamente anni fa, quando ormai era in disgrazia nel Regno, ma pianto allora come un eroe in Israele), l’attorney general facente funzioni di New York, Audrey Strauss, è tornata ieri a sollecitare il figlio della regina a rendere “le sue dichiarazioni” direttamente di fronte agli inquirenti Usa. Ma fonti legali britanniche vicine al principe si sono dette oggi “perplesse” dinanzi a questi toni, affermando di aver già “comunicato due volte al Dipartimento di Giustizia americano” negli ultimi mesi la disponibilità di Andrea a deporre, seppure a distanza. E di non aver “mai ricevuto risposta”. (ANSA).
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