Ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari di Como, salito al Bassone per sentirlo. Si è svolto questa mattina, nella casa circondariale di Albate di fronte al gip Laura De Gregorio, l’interrogatorio a carico di Artur Timciuk, l’ucraino di Segrate (23 anni) arrestato dopo la sparatoria avvenuta mercoledì alle 13 all’esterno di una ditta di Erba in via Milano. Il giovane – assistito dall’avvocato del foro di Como, Andrea Donadini – è accusato di concorso in tentato omicidio, danneggiamento, minacce e porto d’arma. Secondo l’ipotesi accusatoria – pubblico ministero Massimo Astori – avrebbe accompagnato un collega di lavoro sul posto dove poi è avvenuto l’agguato a colpi di pistola (tre) ai danni del fratello e del padre rimasti miracolosamente illesi. Spari avvenuti – secondo una prima ricostruzione – da una quindicina di metri, distanza che avrebbe permesso alle vittime di buttarsi a terra ed evitare i colpi. Alla base dell’agguato, motivi sentimentali (ma anche economici) tra fratelli.L’uomo che ha sparato non è ancora stato individuato, mentre i carabinieri hanno arrestato colui che lo accompagnava, prelevato nella sua casa di Segrate che condivideva con i genitori.Quest’ultimo, ieri, interrogato dal Gip, ha risposto alle domande dicendo però di non sapere quello che il collega aveva intenzione di fare, e di essersi accorto solo all’ultimo della pistola. Pare che il 23enne, per cui il giudice ha comunque disposto la permanenza in carcere, abbia riferito di essersi offerto di accompagnare il collega perché era a conoscenza del luogo dove lavoravano il fratello e il padre. L’arrestato non guida l’auto, quindi il suo ruolo sarebbe stato esclusivamente quello di accompagnatore. «Mi aveva detto che doveva chiarire alcune cose con il fratello», avrebbe risposto al giudice nel corso dell’ora o poco più di interrogatorio. Avrebbe anche riferito di essere sceso dalla vettura, ma di non essersi avvicinato al punto degli spari.Dopo l’agguato sarebbe stato riaccompagnato a casa dove è poi stato arrestato già nella notte tra mercoledì e giovedì.Proseguono invece le ricerche del fratello in fuga dopo gli spari. Il timore dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Como e dei colleghi della stazione di Erba, è che possa aver approfittato delle prime ore successive ai fatti per lasciare l’Italia varcando il confine di Stato.Non si sa se direttamente in Svizzera, oppure se dopo aver raggiunto prima Milano ed essere poi salito su qualche altro mezzo.Mauro Peverelli
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