(ANSA) – PERUGIA, 14 MAR – “Se io sono matto a vivere qui, voi siete matti a vivere in quel mondo là”. Lo sguardo si perde nella vallata sottostante e oltre le montagne dove c’è quel “mondo matto” da cui fra’ Taddeo, 24 anni fa, prese le distanze salendo quassù, in mezzo all’Appennino umbro-marchigiano, per vivere la sua solitudine fatta di preghiera, silenzio e penitenza. Che in questo tempo di coronavirus sembrano assumere un valore e un significato ancora più forte. Taddeo Wrona, polacco di 51 anni, è l’ultimo degli eremiti che da oltre 1.500 anni hanno scelto le vette che dominano Preci e la Valle Castoriana e trascorre la sua vita nel minuscolo eremo di San Fiorenzo, che l’ANSA ha raggiunto dopo un lungo viaggio a piedi tra i sentieri dell’Appennino. “Questo virus – dice – è una prova per l’umanità. Un momento importante per farci riflettere sulle cose significative, per farci capire di che pasta è fatto l’uomo. La gente corre troppo, a un certo punto occorre fermarsi e il coronavirus forse ci offre questa occasione”.
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