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Escursione alle sorgenti di Lambro e Seveso. Le fonti fra Triangolo Lariano e Spina Verde

In coppia, soprattutto quando si registrano forti temporali, mettono in seria crisi Milano, con le loro esondazioni. Situazioni in cui l’intervento umano ha avuto comunque un peso, con la sempre più massiccia urbanizzazione del territorio e la scelta di “nascondere” corsi d’acqua che però, quando si ingrossano, creano enormi problemi in superficie. Incubo di Milano, ma non solo. C’è anche un’altra caratteristica comune: i fiumi Seveso e Lambro nascono in provincia di Como, rispettivamente nella Spina Verde e nel Triangolo Lariano.In un periodo come questo, in cui le passeggiate sono sempre molto apprezzate, le due sorgenti possono essere una meta interessante.Il più importante dei due corsi d’acqua è il fiume Lambro, 130 chilometri di lunghezza, che dalle montagne del Triangolo Lariano attraversa l’Erbese, alimenta il Lago di Pusiano, entra in provincia di Monza e Brianza e dopo essere passato da Cologno entra a Milano, nella periferia orientale. Il tratto finale è nel Lodigiano prima di confluire nel Po.Il percorso per raggiungere la sorgente,nella foto sopra, è agevole. Il Lambro nasce nella località Piano Rancio, che si raggiunge prendendo la strada che parte di fronte al Santuario del Ghisallo.Dopo qualche chilometro, a Piano Rancio appunto, si trova un comodo parcheggio sulla sinistra. A fianco c’è il tracciato che porta alla fonte, che si raggiunge agevolmente in una decina di minuti su una carreggiata larga, ben segnalata.Appena entrati nel bosco di larici e abeti, a quota 944 metri, si trova la “Menaresta”, la fonte del Lambro appunto. Un nome che rappresenta il flusso dell’acqua, che non è continuo. A volte è più intenso – spettacolare vedere quanta acqua venga scaricata a valle dalla montagna – a volte modesto. Un andamento dovuto alla cavità carsica da cui nasce il fiume, che causa le variazioni di flusso. “Mena” vuol dire “va”, “resta” significa “rimane”. L’acqua sgorga da due lastre di roccia parallele.Una zona che merita di essere vista anche per altri motivi, perché vicino si trova, ad esempio – a pochi metri sulla sinistra – il “Buco delle pecore”, una grotta. E nei pressi della sorgente c’è un masso che presenta incisioni preistoriche. Nella zona di Piano Rancio si trovano anche rifugi e ristoranti, per cui è possibile abbinare l’escursione naturalistica a quella gastronomica. E poi sempre dalla stessa zona, per chi ha voglia di affrontarlo, parte il trekking verso il Monte San Primo, che con i suoi 1.681 metri, è la cima più alta del Triangolo Lariano, oltre che uno dei punti più panoramici.Un po’ meno agevole la passeggiata che porta invece alla sorgente del Seveso, in Spina Verde, in comune di Cavallasca, anche se non presenta particolari difficoltà.Qui nasce il Seveso, lungo 52 chilometri, le cui piene sono state definite «improvvise e rabbiose» e spesso hanno messo in difficoltà Milano. Nel capoluogo il percorso è sotterraneo e il Seveso confluisce nel Naviglio della Martesana. Per il colore delle sue acque, dovuto all’inquinamento – problema che lo accomuna al Lambro – è stato anche chiamato il “fiume nero”.Come arrivare sul posto? In macchina va raggiunta, a Cavallasca, la chiesa di San Rocco, detta “dei pittori”, che ha davanti un comodo parcheggio.Poi si parte a piedi e si raggiunge e supera un prato. A quel punto bisogna tenere la destra e seguire le indicazioni, quelle relative al sentiero 2. Un percorso tranquillo che comprende una serie di salite e discese, fino a quando non ci si deve dirigere a sinistra e dopo qualche centinaio di metri si arriva alla sorgente del Seveso. Il cammino è di 20-30 minuti.Anche in questo caso la visita può non limitarsi alla fonte. Il percorso è infatti al confine con la Svizzera e spesso si vede la “ramina”, la rete che divide i due Paesi. Nei pressi c’è anche il punto più a Sud della Svizzera, opportunamente segnalato.Tra le curiosità della zona, il sistema di delimitazione della frontiera con i cippi. Periodicamente viene fatta la manutenzione, come segnala il sito della Spina Verde. Ogni cippo riporta la data della sua installazione che per i più vecchi è 1899 oppure 1921. Sono caratterizzati da un numero e una lettera: su un versante segnalano Svizzera e sull’altro ItaliaSono di grande interesse anche le trincee della Prima guerra mondiale, visto che nel parco della Spina Verde passava la “Linea Cadorna”. Alcune sono vicine, e ben visibili, alla stessa sorgente del Seveso.Insomma, il consiglio per chi vuole visitare le sorgenti – al di là della curiosità di vedere dove nascono i fiumi che mandano in crisi Milano – è di documentarsi e visitare il comprensorio. Zone che meritano attenzione e possono rivelare piacevoli sorprese per tutti gli escursionisti.

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