Anche durante questa seconda ondata di pandemia, le farmacie rimangono uno dei primi baluardi della sanità comasca. «Chi non sta bene, per prima cosa viene qui. Tante volte ci troviamo difronte a persone che dicono di avere sintomi tipici del virus» ammette Giuseppe De Filippis, presidente dell’Ordine di Como. I professionisti del farmaco hanno così imparato a gestire l’emergenza, ma come può un positivo acquistare dei farmaci? Per Como, la prima soluzione è rivolgersi al Coc (Centro operativo comunale) che risponde dalle 8 alle 17 al numero 031.252.770 o via mail a coc.como@comune.como.it«Il Comune di Como è organizzato con la consegna da parte della Croce Rossa – spiega De Filippis – anche altri Comuni si sono organizzati direttamente. Un paziente con Covid conclamato non si può muovere. Se ha la possibilità manda un parente o un amico, che deve poi evitare contatti diretti con il malato. Per evitare questi rischi, la nostra farmacia e tanti colleghi sul territorio hanno attivato un servizio dedicato di consegna a domicilio».Proprio al Coc di Palazzo Cernezzi, riattivato dallo scorso 5 novembre, continuano ad arrivare una media di quasi cento chiamate al giorno, come spiega l’assessore alla Protezione civile di Como, Elena Negretti.«Il primo giorno abbiamo avuto un picco di 200 chiamate, ora viaggiamo tra le 70 e le 100. Però si tratta di esigenze diverse rispetto al primo lockdown. Molti chiedono informazioni sulla mobilità. La consegna dei farmaci e della spesa si è ridotta, grazie alla maggiore possibilità di movimento rispetto al blocco della scorsa primavera».Non sono mancati in questi primi giorni casi limite, affrontati con la massima urgenza da parte del Coc.«Sabato ci ha chiamato una famiglia con una bimba di 4 mesi che avevano necessità di alimenti – spiega l’assessore – Siamo intervenuti subito naturalmente. L’altro giorno una signora anziana, positiva, le serviva assistenza domiciliare per la somministrazione di farmaci cortisonici ed eparina. Interveniamo per la ricerca di persone da tracciare su mandato dell’Ats. Spesso ci si trova di fronte a nuove forme di povertà, così si chiede anche l’intervento dei servizi sociali. In queste ore ho già preso contatti con tutte le associazioni che sono state al nostro fianco durante il primo lockdown». La macchina è pronta a rimettersi in moto come tra marzo e aprile.
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