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Fecondazione eterologa: porte aperte in Ticino e confusione a Cantù

Il Sant’Anna: «Tecnicamente siamo pronti ma restano ostacoli pratici da risolvere»

Porte aperte, oltreconfine. Un muro di dubbi, incertezze e novità rimaste solo sulla carta, a Como così come in gran parte della Lombardia. In materia di infertilità e procreazione assistita, la Svizzera si conferma un approdo facile e sicuro per molti aspiranti genitori pronti a varcare la frontiera per inseguire il sogno di un figlio. Il caos che ancora domina in Italia nonostante il “sì” all’eterologa contribuisce a spingere all’estero le coppie.Sabato prossimo, il centro per la

fertilità ProCrea di Lugano, struttura di riferimento per la Svizzera che ogni anno assiste centinaia di coppie provenienti dall’Italia, organizza un open day con la possibilità per chiunque di visitare la struttura e incontrare gli specialisti.«Il tema della fertilità o, meglio, dell’infertilità viene sottovalutato dalla maggior parte delle persone – dice Marina Bellavia, specialista in medicina della riproduzione del centro ProCrea – Occorre parlarne non solamente per fare prevenzione, ma anche per spiegare le possibilità che oggi la scienza mette a disposizione. Parlarne è il primo passo anche per affrontare situazioni difficili anche sotto il profilo psicologico».Il centro di procreazione assistita di Lugano, a partire dalle 14 di sabato potrà essere visitato da chiunque voglia conoscere la struttura e incontrare gli specialisti. «Saremo a disposizione – fanno sapere da ProCrea – per spiegare cause, tecniche e possibili soluzioni nell’intento di fare chiarezza sul tema dell’infertilità».Fin qui, la Svizzera. Tornando al di qua del confine, invece, poco o nulla si muove sul fronte della fecondazione eterologa. Quando si parla di procreazione assistita, il centro di riferimento pubblico per la provincia di Como resta quello dell’azienda ospedaliera Sant’Anna, collocato nel presidio Sant’Antonio Abate di Cantù. Gli specialisti sono in grado di effettuare tutte le procedure e interventi previsti dalla normativa italiana, eccezion fatta però per l’eterologa, appunto.«Tecnicamente siamo pronti – ribadisce Marco Onofri, direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna – ma restano alcuni ostacoli pratici da risolvere, in particolare per le indagini sui gameti, più sofisticate rispetto a quelle previste per l’omologa, per l’archivio, il registro dei donatori e la conservazione. Stiamo valutando possibili soluzioni, ma non sono in grado al momento di indicare una data di avvio. In ogni caso, le coppie che si rivolgono a noi ricevono assistenza e indicazioni. Non vengono lasciate sole».Il caos sull’eterologa riguarda ancora gran parte della Lombardia. Peraltro, in attesa di un eventuale intervento del ministero per inserire l’eterologa nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza, in Lombardia la procedura è a pagamento, con tariffe da 1.500 a 4mila euro.

Anna Campaniello

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