Tre ustionati, di cui due in gravi condizioni, nel carcere del Bassone per un incendio scoppiato in una cella. I feriti in condizioni più serie sono stati trasportati al Niguarda di Milano e all’ospedale Cto di Torino. Le fiamme, generate da due fornelletti a gas, sono divampate probabilmente a causa di una lite tra due detenuti. Non è escluso che il rogo sia stato provocato volutamente. I feriti sono gli stessi carcerati e un ispettore della polizia penitenziaria, il primo a intervenire per domare
le fiammeL’incidente si è verificato attorno alle 16.30. Ancora da ricostruire che cosa sia accaduto. Dalle prime informazioni, sembra che due detenuti marocchini, entrambi trentenni e rinchiusi nella stessa cella, abbiano litigato. Nella concitazione, dai fornelletti a gas dei carcerati è scaturito un piccolo incendio. Tra le ipotesi al vaglio degli agenti anche la possibilità che i due detenuti abbiano appositamente alimentato le fiamme, forse per utilizzarle come “arma” o per attirare l’attenzione. Entrambi hanno riportato ustioni serie alle braccia e alle mani. Nella cella, per riportare l’ordine è intervenuto un ispettore della polizia penitenziaria. Per separare i due e spegnere le fiamme, l’agente, 43enne, è rimasto a sua volta ustionato alle braccia.Dal Bassone è scattata la richiesta di aiuto al 112. Al carcere sono state inviate l’automedica del 118 e tre ambulanze della Croce Rossa di Grandate, della Croce Azzurra di Como e della Croce Verde di Fino Mornasco. I due detenuti e l’agente ustionato sono stati trasportati al pronto soccorso del Sant’Anna. Due dei tre feriti, quelli in condizioni più serie, sono poi stati trasferiti a Milano e a Torino.Da tempo, i rappresentanti sindacali degli agenti di polizia penitenziaria denunciano una situazione ad alto rischio all’interno del Bassone, sovraffollato a fronte di un numero di agenti ridotto ai minimi termini. Nel recente passato, gli episodi di violenza tra detenuti sono stati molteplici e spesso a pagarne le conseguenze sono state le stesse guardie, intervenute per sedare liti e proteste.
Anna Campaniello
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