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Finiti i tempi d’oro dei concerti prestigiosi, mancano soldi e sponsor

I promoter privati Le opinioni di Quattrone, Canino e ParodiVittorio Quattrone è colui che ha inventato The Rythm of the Lake, il festival pop più importante che si sia mai svolto sul Lario. «Di quegli anni a Cernobbio ho un ricordo meraviglioso – dice il manager comasco – e quello di Bob Dylan nel 2003 resta un concerto indimenticabile; anche un artista riservato come lui rimase affascinato da quel luogo.

Proprio l’anno del menestrello di Duluth gli organizzatori del Festival di Montreaux mi dissero che in Europa non esisteva un posto bello come Villa Erba: perdere questa location è stato un delitto, ricordiamo anche gli 8mila spettatori per i Cure. Ci sono tornato in questi giorni per un sopralluogo per il Festival Città di Cernobbio e avevo il magone: vedremo se in futuro si apriranno nuove strade».

Dal 2006 Quattrone ha iniziato a lavorare a Milano: «Quella dell’Arena Civica è stata una scommessa vinta, e ancor di più quella della riapertura del Galoppatoio di San Siro per il City Sound». Poi c’è stato il periodo memorabile dei mega-live romani: «Paul McCartney e Simon & Garfunkel al Colosseo sono stati momenti straordinari».La vita del manager musicale però oggi è sempre più difficile. I tempi d’oro, quelli in cui anche a Como si organizzavano concerti prestigiosi, sono finiti. Lo conferma Giampiero Canino, professionista comasco: «È durissima. Oggi non solo mancano completamente le risorse pubbliche ma negli ultimi anni sono venute meno, in modo importante, le sponsorizzazioni private. Un problema che esiste a Como e in tutta Italia. Certo, non dimentico le grandi soddisfazioni avute in questi anni, su tutte quella del primo concerto di Davide Van De Sfroos al Forum di Assago nel 2008. Contro le previsioni di tutti portammo 11mila persone sotto il palco. Anche con un nome grosso organizzare un live è un rischio imprenditoriale che oggi si possono concedere in pochi».Per Andrea Parodi, musicista e promoter canturino, la parola d’ordine è continuità: «Non è stato facile mantenere in vita nel Comasco manifestazioni come il Buscadero Day, Light of Day e il tributo a Townes Van Zandt. Appassionati e grandi musicisti ci hanno dato una mano fondamentale».

Maurizio Pratelli

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