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Flop grande mostra, Cavadini sotto assedio. Bordate in arrivo anche dalla maggioranza

Poco meno di un milione di euro, al netto delle due edizioni chiuse con un bilancio in attivo, al quale bisognerà aggiungere il “buco” di oltre 200mila euro della rassegna su Sant’Elia. Dal 2006 a oggi, ovvero da quando è Como Servizi Urbani (Csu) a occuparsi delle mostre di Villa Olmo, a tanto ammonta il conto dei disavanzi coperti dalla stessa partecipata.I numeri dettagliati della prima mostra dell’era dell’assessore alla Cultura Luigi Cavadini non sono ancora stati resi noti. Dalle

prime stime però emerge un conto in rosso per oltre 200mila euro che dovrà essere coperto da Csu. «Paghiamo, come da contratto – ha avvertito il presidente Mariano Montini – ma non possiamo andare avanti all’infinito. Non dimentichiamo che già con le mostre precedenti abbiamo speso oltre un milione di euro».Dal 2006 al 2012, Csu ha registrato perdite per complessivi un milione e 11mila euro. A questi vanno detratti circa 100mila euro di attivo registrato dalle mostre di Magritte, nel 2006, e di Brueghel, nel 2012. Nel dettaglio, il buco maggiore è quello del 2008, con Klimt e l’Abbraccio di Vienna, evento che ha chiuso con una perdita di 482mila euro. Nel 2010, Rubens ha chiuso con meno 235mila euro, mentre per gli Impressionisti, nel 2007, il disavanzo era stato di 157mila. Chiudono il quadro le perdite di 65mila euro di Chagall nel 2009 e di 72mila euro di Boldini nel 2011.Rispetto alla mostra di Sant’Elia, che si è appena chiusa con un totale di soli 17mila visitatori rispetto ai 50mila previsti, le mostre precedenti, quelle firmate da Sergio Gaddi, hanno registrato da 70 a 120mila visitatori.«Capisco lo zelo di Mariano Montini che, appena rinominato dalla sinistra, vuole puntualizzare i conti – commenta l’ex assessore alla Cultura Sergio Gaddi – È fin troppo evidente però che un conto è uno sbilancio con 80mila visitatori e un altro con 17mila. La discussione neppure si pone. L’indotto non è paragonabile».«Nelle nove edizioni precedenti della mostra non abbiamo mai fallito le previsioni sul numero di visitatori – continua Gaddi – Nel caso della mostra di Sant’Elia è stato fatto un clamoroso errore di previsione, un dato ancora più grave perché la stima partiva da un livello già dimezzato rispetto al passato. Como ha una necessità vitale di visitatori. Senza visitatori non c’è ricchezza, attenzione. Il problema di questa mostra non è stato solo di comunicazione. Molto più semplicemente, la rassegna non è piaciuta e non ha suscitato interesse».Tornando al flop della mostra di Sant’Elia, l’opposizione si prepara a dare battaglia in consiglio comunale. Già pronto un emendamento firmato dal consigliere di Fratelli d’Italia Marco Butti per chiedere di fatto uno stop o una revisione generale del progetto firmato da Luigi Cavadini per le grandi mostre, articolato su tre anni consecutivi. «Alla luce del fallimento di questa prima edizione è necessario rivedere tutto il progetto – dice Butti – Intanto, è fondamentale che l’assessore venga in consiglio comunale a presentare un resoconto dettagliato».Ma arrivano le prima bordate anche dalla stessa maggioranza. Il consigliere Gioacchino Favara (Pd) chiede che, alla luce del pessimo risultato, si riduca il compenso per il curatore Marco De Michelis, al quale spettano 35mila euro per il lavoro fatto a Villa Olmo.

Anna Campaniello

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