La massa di detriti si staccò da un’area di cantiere. Condanne per il committente e il progettista delle opere
Due condanne per la frana che il 28 aprile 2009 si staccò dall’area interessata da un cantiere per una serie di box, a Carate Urio, per finire sulla strada pedonale di collegamento tra la Regina e il cimitero comunale. Un evento che, secondo la ricostruzione della procura di Como fu dovuto «all’imprudenza, alla negligenza e all’imperizia», oltre alla «mancata osservanza delle leggi» di chi aveva in carico quel cantiere.
Ovvero il tecnico progettista delle opere, un 61enne di Rebbio, e il socio amministratore della società proprietaria dei terreni nonché committente delle opere (un 60enne di Luisago). La decisione è stata presa dal Collegio del tribunale, che ha ritenuti sussistenti le accuse per entrambi di frana colposa. Il Collegio ha optato per 10 mesi di condanna (pena sospesa) per il 61enne di Rebbio e un anno 5 mesi e 10 giorni (pena non sospesa) per il proprietario dei terreni. Quest’ultimo imputato, tra l’altro, è stato ritenuto responsabile non solo della frana colposa, ma anche della gestione non autorizzata dei rifiuti speciali per un totale di 1.453 metri cubi di materiale, e del deturpamento ambientale.
L’aumento dei prezzi alla pompa sta svuotando i portafogli degli automobilisti, ma una semplice abitudine…
Un cambiamento improvviso sta creando confusione tra residenti e turisti, con queste banconote che non…
A pochi chilometri dal capoluogo lombardo esiste un luogo sospeso nel tempo, un borgo che…
Tenere contanti in casa è tornato di moda per affrontare blackout, emergenze e imprevisti, ma…
L'Automobile Club d'Italia fa sorridere un mare di automobilisti. Spunta il maxi rimborso fino a…
Se i fornelli non si accendono o la fiamma è debole, nella maggior parte dei…