Prosegue inarrestabile il rafforzamento del franco svizzero sull’euro. Alla chiusura delle contrattazioni, venerdì sera, la valuta elvetica ha raggiunto il valore massimo degli ultimi 24 mesi, con un cambio attestato a 1,091 franchi per 1 euro. Era dal lontano luglio del 2017 che la moneta svizzera non toccava quota 1,09 nei confronti della moneta unica.Il franco viaggia dunque con sempre maggiore decisione verso la parità con l’euro, spinto dalle tensioni generate sui mercati finanziari mondiali dalla guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina sul fronte dei dazi. E siccome la moneta elvetica è tradizionalmente vista come un bene rifugio quando le acque della finanza internazionale si fanno agitate, gli investitori puntano sul franco preferendolo all’euro, che così perde terreno. A riprova di ciò, va ricordato che la valuta svizzera si sta rafforzando pure sul dollaro, che venerdì veniva scambiato a 0,98 franchi.Tornando all’euro, l’indebolimento della moneta unica nei confronti del franco è in atto da metà aprile. Era il 23 aprile quando il franco ha sfiorato quota 1,146 sull’euro per poi iniziare una costante discesa, arrivando a 1,11 all’inizio di giugno e raggiungendo la soglia di 1,10 franchi per 1 euro una decina di giorni fa. Un limite ora infranto, fatto che ha riposizionato la moneta elvetica ai valori di due anni addietro.Il rafforzamento del franco sull’euro, e pure quello sul dollaro, preoccupa le imprese svizzere che devono fare i conti con una minore concorrenzialità delle loro merci, visto che a parità di prezzi gli acquirenti esteri dovranno sborsare più euro o più dollari per comprare un prodotto elvetico rispetto al passato. Resta poi da capire se vi saranno riflessi sugli stipendi dei lavoratori frontalieri, che in teoria dovrebbero essere avvantaggiati dal fatto di ricevere uno stipendio calcolato sulla base di una valuta che si sta rafforzando sull’euro.Anche se, quando a metà gennaio del 2015 la Banca centrale svizzera comunicò all’improvviso la decisione di sganciare il franco da quota 1,20 sull’euro, spingendo in brevissimo tempo la valuta elvetica verso la parità con la moneta unica – una parità poi annullata dall’andamento dei mercati finanziari e ora ricomparsa all’orizzonte – molte imprese ticinesi ridussero le buste paga dei frontalieri con la scusa che il maggior valore del franco avrebbe lasciato inalterato l’ammontare di euro intascato dai lavoratori italiani. Ma allora, va precisato, lo scarto fu del 20%.Bisognerà anche capire se la Banca centrale di Berna deciderà di intervenire per tentare di frenare l’ascesa del franco che, come detto, rappresenta un freno alle esportazioni delle aziende elvetiche.
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