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Frontalieri con il “telepass” per evitare code in dogana

Si sperimenta un sistema che garantisce anche controlli più precisi sui passaggiC’è il problema del traffico, acuito negli ultimi anni dalla crescita esponenziale del numero di frontalieri (il mese scorso hanno superato complessivamente quota 53mila). E c’è, ovviamente, il problema della sicurezza.Un via vai così massiccio di auto è complicato da tenere sotto controllo. E in periodi in cui le frontiere sono sotto osservazione per il passaggio di denaro e preziosi (diretti nei forzieri della Confederazione), la questione diventa di primaria importanza.La soluzione c’è. Si chiama telepass. O qualcosa di simile. Come sulle autostrade, dove le macchine sfrecciano ai caselli grazie a un input elettronico, così alla dogana, in un futuro molto prossimo, i veicoli dei frontalieri potrebbero muoversi molto più velocemente sull’asse Italia-Svizzera sfruttando dispositivi elettronici in tutto simili, appunto, ai telepass autostradali.La sperimentazione del progetto è partita a Gaggiolo (Varese), dove è stato approntato un meccanismo che dovrebbe velocizzare il transito appunto dei frontalieri.Quelli di loro che aderiranno al sistema proposto avranno accesso a una corsia riservata e potranno quindi attraversare il valico sotto un arco definito “accesso rapido al confine”. In sostanza, i frontalieri saranno dotati di un lettore elettronico che riconoscerà (e sarà a sua volta riconosciuto) il valico. In questo modo, i passaggi saranno registrati, ferma restando la possibilità per la polizia di frontiera sia italiana sia svizzera di fermare chiunque e in qualunque momento per i controlli.Ciascun frontaliere, dopo aver registrato la propria targa in un apposito registro, potrà utilizzare una corsia preferenziale e veloce. Le telecamere della dogana leggeranno il numero di targa e faranno sollevare automaticamente la barriera. Il sistema, spiegano i promotori, dovrebbe funzionare sia per le auto sia per le moto. Non per i pullman. Non per i mezzi pesanti o le corriere di linea, per i quali si studiano alternative tecnicamente praticabili.L’intera operazione fa parte di un progetto Interreg in cui sono stati coinvolti alcuni enti locali italiani e ticinesi, le dogane e la sezione della mobilità del Canton Ticino. L’ipotesi, in caso di successo, è di allargare la sperimentazione in tutta la fascia di confine.

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