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Frontalieri verso quota 72mila, polemica in Ticino

Ticino poco competitivo rispetto agli altri Cantoni della Svizzera. Lo rivela uno studio dell’Ubs, società svizzera di servizi finanziari con sede a Zurigo e Basilea, che piazza il Ticino al 21° posto su 26 Cantoni a livello di indicatore di competitività.Peggio della regione di confine, di lingua italiana, fanno solo Neuchatel, Uri, Grigioni, Vallese e Jura. Classifica che ha scatenato immediatamente il dibattito sui lavoratori frontalieri. Ieri, sul “Corriere del Ticino”, il professor Rico Maggi, che ha la cattedra di Economia all’Università della Svizzera Italiana, ha detto che «non accetta quella classifica».Soprattutto perché non tiene conto della vicinanza del Canton Ticino con la Lombardia, confine che è un «valore per l’economia» dice il docente dell’Usi. Anche il capitale umano ticinese, secondo Maggi, economista e direttore dell’Istituto di ricerche economiche, non potrebbe fare a meno della Lombardia. «Il Ticino – dichiara convinto il professore al “Corriere del Ticino” – è molto competitivo perché può attingere a questo capitale umano oltrefrontiera».Apriti cielo. Le dichiarazioni pro-frontalieri non sono certo piaciute a Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi, membro del Consiglio nazionale della Svizzera e direttore del “Mattino della domenica”, da sempre su posizioni anti-italiane e anti-frontalieri.«Come no: oltre 72mila frontalieri al giorno più svariate migliaia di padroncini sono un valore per l’economia. Il dumping salariale è un valore per l’economia. I lavoratori ticinesi soppiantati da permessi G sono un valore per l’economia – tuona Quadri dalla sua pagina Facebook – L’invasione di padroncini d’oltre ramina che fanno concorrenza sleale agli artigiani e alle piccole imprese ticinesi è un valore per l’economia.L’emigrazione di giovani ticinesi in conseguenza della situazione di cui sopra è un valore per l’economia. L’assalto alla diligenza dei furbetti dell’italico quartierino che hanno abusivamente incassato crediti Covid a spese del contribuente è un valore per l’economia» conclude Quadri.Il numero dei frontalieri intanto continua a crescere. Secondo l’ultima statistica, relativa al secondo trimestre 2021, i permessi G attivi in Svizzera sono circa 348mila, in aumento del 2,2% rispetto al secondo trimestre 2020. Cinque anni fa erano 310mila (+12,2%). Poco più della metà di tutti i frontalieri era domiciliata in Francia (55,1%), mentre il 23,6% e il 18% rispettivamente in Italia e in Germania. Per quanto riguarda il Canton Ticino, a fine giugno si contavano 71.586 stranieri con il permesso G, l’1,8% in più rispetto al primo trimestre e +3,5% sul 2020. Rappresentano oltre il 30% degli occupati nel Cantone. Alla fine del 2020 il Ticino contava 350.986 residenti permanenti, 505 persone in meno sul 2019. È il quarto anno consecutivo che la popolazione diminuisce. Nel 2020 il calo è dovuto principalmente all’elevato numero di decessi.

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