Assolto per la tenuità del fatto, come chiesto in subordine dal suo avvocato, Davide Arcellaschi, che in via prioritaria aveva invocato l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Non soddisfatta la richiesta dell’accusa (che invece aveva chiesto la condanna a un anno) e della parte civile, che aveva invocato un risarcimento del danno da 5mila euro.
Si è concluso in Tribunale a Como il processo che aveva riguardato un uomo di 76 anni di Eupilio, che era stato visto da una testimone (che non conosceva l’imputato) lanciare qualcosa di incendiario (probabilmente solo della carta) all’interno della proprietà di una casa vicina. Il fatto di cronaca risale alla mattina del 20 febbraio 2018. Le fiamme bruciarono un rampicante e danneggiarono lievemente il muro di cinta della proprietà, una casa utilizzata nei fine settimana da una famiglia di Como.
Il processo – con l’ipotesi di reato di danneggiamento seguito da incendio – si era aperto negli scorsi mesi e si è concluso in questi giorni di fronte al giudice monocratico Cristiana Caruso. La parte lesa si era costituita parte civile chiedendo appunto un risarcimento da 5mila euro e sottolineando di non avere avuto in passato motivi di attriti con il presunto autore del gesto.
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