Sette colpi portati a termine, due tentati, ma anche altre contestazioni come la circonvenzione di una persona incapace, il possesso di arnesi atti a forzare le serrature e il mancato rispetto del foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Como. Sono le accuse che il pubblico ministero Mariano Fadda ha portato avanti nei confronti di un 37enne di Griante, arrestato ieri mattina in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari Laura De Gregorio. Tre le ipotesi di reato per cui è stato dato il via libera alla detenzione cautelare, mentre l’indagato rimane iscritto anche per tutte le altre contestazioni. I colpi per cui è stato concesso l’arresto sono quelli del distributore di benzina di via Ambrosoli a Como (del 22 novembre 2020, in cui sparirono 835 euro), ma anche quello in un capannone di via Aldo Moro sempre a Como (166 euro il bottino il 26 novembre) e al bar Acqua Cheta di Tremezzina la notte della vigilia di Natale, quando scomparvero 300 euro contenuti nel distributore di cassa e anche alcolici e bottiglie di vino. In questo ultimo caso, decisivo al fine dell’individuazione del presunto responsabile, fu il sistema di videosorveglianza del parco Mayer che, alle 19.30 del 24 dicembre, riprese il sospettato nei pressi del bar poi colpito. Nei locali fu anche repertata l’impronta di una scarpa corrispondente a quella indossata dal 37enne. L’indagine è stata condotta in questi mesi dalla stazione dei carabinieri di Tremezzina, dalla stazione di Como e dalla Questura, forze coordinate dalla Procura della Repubblica. Come detto, il 37enne è ritenuto responsabile anche di altri furti, uno avvenuto al parcheggio dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (15 agosto 2020), due al ristorante Sushi Wow in via Varesina a Como (il 12 e il 13 settembre 2020), uno (tentato) al Gs di Montano Lucino (sempre il 13 settembre), uno all’Hotel Azalea tra il 9 e il 10 novembre 2020 e l’ultimo, tentato, in una casa di Tremezzina alla vigilia di Natale. Tra le contestazioni c’è anche quella – per cui il gip ha rigettato la richiesta di custodia cautelare – per una presunta circonvenzione di incapace, ovvero di una donna cui l’indagato avrebbe chiesto cifre comprese tra i 20 e i 60 euro tra il maggio e l’ottobre 2020.
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