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Gabrielloni, laurea in pantaloncini. Bomber sul campo e negli studi

«Una giornata iniziata con una grande gioia, poi però funestata dalla scomparsa di Giorgio Bressani, a cui ero molto legato. Mi voleva bene, una persona che mancherà a tutti». Alessandro Gabrielloni, bomber del Calcio Como, rivive la sua particolare giornata di martedì. Prima, in diretta streaming è arrivata la discussione della tesi di laurea in collegamento con l’Università di Macerata. Poi la brutta notizia della morte dello storico segretario generale della società lariana. Gabrielloni tiene a ricordare Bressani prima di tutto: «Per chi arrivava al Como era la prima persona con cui si aveva a che fare. Era sempre pronto a darci una mano, uno che c’era sempre in caso di bisogno».Dopo il doveroso ricordo per un personaggio apprezzato da tutte le persone che lo hanno conosciuto, Alessandro Gabrielloni parla del suo percorso verso la laurea. Sui social sono girate le sue immagini durante la discussione della tesi on-line, elegante nella parte inquadrata dalla webcam, ma con i pantaloncini del Como sotto.«Se ne è parlato molto – afferma – anche su Sky. E in molti mi stanno scrivendo facendo riferimento proprio a quello. Ma d’altronde in questo periodo penso capiti a molti, vestiti bene sopra e più informali dove non si può vedere».«Al di là di questo mi è dispiaciuto non poter condividere questo giorno con le persone a me care, a partire dai genitori – aggiunge l’attaccante – ma d’altronde questa è una fase particolare e tutti si devono per forza adeguare».Laurea all’Università di Macerata in Economia con la tesi “Cambiamento demografico e implicazioni macroeconomiche in Italia”. Gabrielloni, 25 anni, ha anticipato la discussione velocizzando i tempi, sfruttando il blocco del campionato per l’emergenza Coronavirus. Negli anni ha studiato al termine delle stagioni agonistiche, dando gli esami nelle sessioni estive. «Ho avuto una famiglia che mi ha supportato nel mio sogno di diventare calciatore – spiega il giocatore – e che non mi ha messo fretta nel mio percorso per gli studi. Quando sarà il momento e si potrà, festeggeremo tutti assieme alla grande».Il giocatore di Jesi – nelle Marche, stesso paese del commissario tecnico Roberto Mancini e delle campionesse di scherma Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e Giovanna Trillini – si concede anche una riflessione finale sul campionato di serie C interrotto e sulla sta stagione, in cui ha segnato 10 reti. «Le mie precedenti esperienze in C non erano state molto positive – conclude – ed ero considerato un giocatore “di categoria” per la D – Sono lieto di avere dimostrato che non è così. Ma ovviamente considero questo un punto di partenza e non di arrivo. Per quanto riguarda il campionato interrotto, io continuo ad allenarmi in casa in attesa di notizie rispetto ad una eventuale ripartenza. Ritengo però che non si debba andare troppo per le lunghe. Sento parlare molto della serie A e della conclusione del torneo, ma a quel livello ci sono, sotto ogni profilo, strutture differenti rispetto a quelle della C, anche per la tutela sotto il profilo della salute, che in questo momento è la cosa che più conta».

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