(ANSA) – LONDRA, 4 MAR – Si fa più difficile la posizione di Priti Patel, rampante ministra dell’Interno e falco brexiteer del governo conservatore britannico di Boris Johnson, finita nella bufera per le presunte strigliate rivolte a dipendenti ed alti funzionari ministeriali e le esplicite accuse di bullismo. Il gabinetto, pur avendo aperto un’indagine pro forma, per ora fa quadrato attorno a lei, mentre in casa Tory si evocano ombre di complotti del ‘deep State’. Ma i media rilanciano i sospetti dopo le clamorose dimissioni di sir Philip Rutnam, segretario generale del suo dicastero (Home Office), che se ne è andato sabato sbattendo la porta, attribuendo l’addio all’ostilità della ministra e annunciando di voler far causa al governo. La Bbc in particolare ha raccolto ora nuove accuse di prevaricazioni denunciate da funzionari di altri ministeri guidati in passato dalla 47enne Patel, grintosa figlia thatcheriana d’immigrati indiani d’Uganda: fin dall’epoca dei governi Cameron e May, fra il 2015 e il 2017.
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