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Genitori in cerca di conforto, consigli e spunti di riflessione

Le opinioni dei partecipanti«In queste serate si possono acquisire i concetti di base che vanno poi adattati alla vita quotidiana»(m.dem.) Sono tanti, curiosi e determinati. Sono i genitori che partecipano al progetto Aurora 2014. Martedì, per il secondo appuntamento della serie di incontri organizzati dalla Cooperativa AttivaMente e dalla Scuola dei genitori, hanno riempito il Teatro Sociale. E sono tutti molto soddisfatti di questa esperienza, come conferma Alberto Filippini: «È il secondo anno che partecipo a questi incontri, sono molto utili perché ti danno degli spunti interessanti su cui poi riflettere a casa.

L’ambiente è familiare, ci si può confrontare con gli altri». Aggiunge la moglie, Marilisa Brusa: «I problemi principali riguardano il periodo dell’adolescenza, il confronto-scontro che si viene a creare tra genitori e ragazzi».Non è nuovo a questa serie di incontri neanche Pierluigi Congedo. «Sono diversi anni che seguo questo progetto – afferma – perché è l’occasione per fare riflessioni importanti. Qui si vivono momenti di sconforto e poi ci si riprende. In generale, ci si sente inadeguati al ruolo di riferimento che i genitori devono avere per i ragazzi. I problemi ci sono e vanno sempre affrontati. In queste serate si possono acquisire i concetti di base, che vanno poi adattati alla vita quotidiana».

È alla sua prima partecipazione invece Andrea Brombal. «Sono qui perché ho sentito parlare molto bene del progetto Aurora – spiega – Gli argomenti affrontati sono interessanti: la società è sempre più complessa e le famiglie devono essere brave ad adattarsi ai nuovi stimoli che arrivano dall’esterno».Un’occasione come quella di martedì sera è importante per chi ha a che fare con i ragazzi non solo nella vita familiare, ma anche in quella lavorativa, come Barbara Baldini. «Sono un’insegnante ed è il terzo anno che partecipo – dice – In questa edizione si parla molto di educazione: senza una base importante dietro i giovani, è difficile la formazione a scuola. Serve maggiore collaborazione tra gli istituti e le famiglie».Il problema principale è il rapporto con gli adolescenti, come conferma Ettore Compagnone: «Ho partecipato a diversi incontri, si riescono a cogliere spunti molto utili. La difficoltà principale oggi è avere un rapporto e un dialogo con i propri figli».Tra le ragioni del successo di questo progetto c’è sicuramente la presenza della psicopedagogista Valerie Moretti. «È molto brava – afferma Sabrina Fasola – e affronta argomenti sempre più interessanti. Gli incontri sono molto utili perché vengono dette cose semplici, che ti aiutano. Ti rendi conto di non essere sola». Concorda con lei Annamaria Meroni: «Queste serate risultano sempre molto costruttive. Ci si rivede nei temi trattati e si tira un sospiro di sollievo. Crescere un figlio è una continua sfida, molto bella da affrontare».

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