«Non si può andare avanti così, ce n’è a sufficienza perché qualcuno vada a casa». La nuova impasse che rischia di bloccare a lungo il progetto di riqualificazione dei Giardini a Lago di Como scatena ancora una volta le opposizioni del capoluogo lariano. E per la prima volta qualcuno chiede anche le dimissioni degli assessori che si sono sin qui occupati della questione. Lo fa in particolare Bruno Magatti, consigliere di Civitas ed ex assessore ai Servizi sociali nella giunta di centrosinistra.«Quanto accade è di una gravità inaudita – dice Magatti – chi aveva il compito di portare a compimento il progetto è come rimasto a guardare. Adesso dovrebbe dire “scusate, non sono capace, tolgo il disturbo”».Magatti forza i toni perché, spiega, «il centrodestra ha ricevuto dalla giunta precedente un progetto delineato, si trattava di fare la parte operativa, hanno voluto cambiare tutto e sono finiti in un buco nero, non possiamo più continuare così».Il capogruppo del Pd, Stefano Fanetti, rincara la dose. «È un episodio imbarazzante. L’ennesimo di questo esecutivo che non è in grado di presentare un progetto proprio e nemmeno sa di portare avanti quanto di buono ha ereditato. Da due anni, su questo tema dei Giardini a lago, l’immobilismo è stato pressoché totale».Molto critica pure Barbara Minghetti, che siede in consiglio comunale con il gruppo di Svolta Civica. «Lo scandalo dei Giardini a lago è uno dei molti esempi di inerzia di questa giunta. Avevano in mano un buon progetto, completamente finanziato, anche con fondi regionali, e sono riusciti a bloccarlo. Il danno per la città è enorme. Abbiamo sempre dimostrato pazienza e ragionevolezza, ma in cambio abbiamo visto soltanto continui rinvii». Secondo Minghetti, «l’assessore Galli è sempre stato disponibile all’ascolto, ma dalle parole è ora che si passi ai fatti».Da Forza Italia, partito uscito dalla giunta ma ancora formalmente in maggioranza, arriva un commento a metà tra l’ironico e l’indignato del capogruppo Enrico Cenetiempo. «Se l’assessore ha bisogno di aiuto, basta chiamarci . Di rimandare le cose siamo stanchissimi. È evidente che il progetto di Lucini non fosse il massimo, ma non sempre ciò che si riceve da chi viene prima di noi è da buttare. In ogni caso, da lunedì i Giardini a lago devono diventare una priorità. Vanno portati a termine assolutamente».
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