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Giorgio Perlasca, la cerimonia di commemorazione nell’anniversario della scomparsa

Le cerimonia ufficiale di ricordo sarà sabato prossimo a Maserà, in provincia di Padova: come ogni anno, alle ore 11.30 al cimitero comunale ci sarà un momento di ricordo nell’anniversario della scomparsa di Giorgio Perlasca (Como, 31 gennaio 1910-Padova,  15 agosto 1992). Sulla tomba di Perlasca verrà deposta una corona di fiori da parte del Comune; presenti le Associazioni dei Carabinieri, Alpini e Combattenti. Perlasca nacque a Como (esattamente in via Ferrari)  e poi si trasferì  con la famiglia nel paese veneto, dove passò la sua giovinezza, prima di spostarsi nella città di Padova dove, nella casa in cui visse, sulla targhetta del campanello c’è ancora il suo nome, che i proprietari non hanno mai tolto.“Stella d’Oro” ungherese, “Giusto delle Nazioni” in Israele, un albero lungo il Viale dei Giusti a Gerusalemme, accanto a quelli di Wallemberg e di Wiesenthal. Sono questi alcuni dei più importanti riconoscimenti che gli sono stati tributati. La sua storia, rimasta nascosta per decenni, è emersa alla fine degli anni ‘80.Durante la Seconda Guerra Mondiale, Perlasca a Budapest (dove si trovava per lavoro) sfruttando le sue conoscenze altolocate e fingendosi diplomatico spagnolo (facendosi chiamare Jorge al posto di Giorgio),  firmò una serie di lettere di garanzia che di fatto salvarono la vita a oltre 5mila ebrei che rischiavano di essere uccisi dai nazisti. Una storia che a lungo è rimasta nascosta e di cui lo stesso Perlasca non ha mai parlato, ma diventata nota quando un gruppo di persone da lui salvate riuscì a rintracciarlo nel 1987 a Padova dopo lunghe ricerche. Un racconto che sorprese le persone a lui vicine, a partire dal figlio Franco, che con un mix di emozione e sgomento ascoltò le persone che a casa sua stavano incontrando il padre e raccontavano quello che era accaduto a Budapest decenni prima, manifestando la loro gratitudine.Ora è proprio il figlio Franco, con la moglie Luciana, a tramandare il ricordo del padre, portando avanti la Fondazione che porta il nome del “Giusto” e partecipando a convegni e serate in cui si parla di quello che Perlasca riuscì a fare tra tante difficoltà a Budapest.Franco e Luciana (che all’inizio di quest’anno sono stati ricevuti a Palazzo Cernezzi dal sindaco Mario Landriscina) concludono ogni incontro ricordando la frase-testamento che Giorgio Perlasca ha lasciato: «Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi, eventualmente, a violenze del genere».

Tra le attività della Fondazione anche la pubblicazione di un opuscolo per le scuole e per i turisti interessati, dedicato ai luoghi di Budapest in cui Perlasca agì. Un’opera nata dopo un reportage del “Corriere di Como” dalla capitale ungherese, in cui sono state utilizzate le immagini pubblicate sul nostro giornale. Foto che sono state oggetto di una mostra allestita anche a Budapest, Padova e Venezia, oltre che in una serie di località lombarde.

Nello scorso mese di febbraio, tra l’altro, il primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu ha inaugurato al ministero degli Esteri a Gerusalemme un monumento dedicato ai 36 diplomatici che durante la Seconda guerra mondiale salvarono gli ebrei dallo sterminio e che sono stati proclamati da Yad Vashem “Giusti fra le Nazioni”. Compaiono tutti diplomatici di carriera a parte uno, proprio il comasco Giorgio Perlasca, che proclamandosi responsabile dell’ambasciata spagnola portò avanti la sua opera di salvataggio di migliaia di persone.

Redazione

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