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Giro d’Italia e questione Valfresca. La corsa contro il tempo del Comune di Como

L’assessore allo Sport di Palazzo Cernezzi, Marco Galli, il giorno della presentazione a Milano della Corsa rosa, era stato perentorio. E il giorno successivo aveva ribadito il concetto da queste colonne: «La Valfresca con ogni probabilità resterà chiusa anche per il Giro d’Italia». L’abbiamo definita una “brutta figura” per Palazzo Cernezzi, visto che la frana che ha causato la chiusura della strada risale allo scorso maggio. E mancano ancora sette mesi all’attesa tappa lariana, prevista il 26 maggio. Come è possibile allora alzare già bandiera bianca per un così piccolo cantiere? Privare per oltre un anno la viabilità cittadina di un percorso alternativo, molto utilizzato, per raggiungere San Fermo della Battaglia? Privare gli appassionati di ciclismo, così come è stato per l’ultimo “Lombardia” del piccolo Mortirolo di Como, della salita su cui aspettare la carovana rosa, incitare i corridori a pochi centimetri di distanza e scattare scenografiche fotografie? Una brutta figura che però in Comune, a quanto sembra, il settore Viabilità e Lavori pubblici non vuole fare.Così, in quello che potrebbe apparire come un dualismo tra Moser e Saronni, o forse solo un passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali, ecco che l’assessore alla Viabilità, Vincenzo Bella, viene incontro al collega Galli, ma di fatto “smentisce” anche quanto sostenuto dal vicino di scranno nell’esecutivo.«Il collega Galli – dice Bella – ha solo fatto una fotografia della situazione alla giornata di ieri, 2 novembre. Se gli organizzatori del Giro chiedono certezze per il tracciato riguardo il passaggio della tappa comasca da via XXVII Maggio, è giusto non averle date».Eppure sia in fase di presentazione della corsa in rosa, sia giovedì, in un’intervista, proprio Galli aveva già apertamente parlato di percorsi alternativi.Invece la strada sarà aperta? Seguirete una procedura d’urgenza, prevista dal codice degli appalti, che prevede che il Comune possa eseguire i lavori fino a 200mila euro, in caso di problemi di protezione civile, e rivalersi in seguito sui privati?«Non sarà necessario – risponde Bella – Anche perché la procedura sarebbe difficile da applicare, visto che esiste la viabilità alternativa alla via XXVII Maggio – spiega – Stiamo chiudendo l’accordo con i rappresentanti dei privati proprietari del terreno che comprende la scarpata teatro dello smottamento. Si tratta di una fase delicata, ma di dialogo, non vi è alcun contenzioso in corso. Abbiamo già individuato i lavori che dovranno essere eseguiti e chi li dovrà fare. Si tratta per la quasi totalità di opere a carico degli stessi soggetti privati».Da qui a sette mesi dovrebbe essere risolta la questione della Valfresca, quindi?«Sono convinto di sì, anche ben prima del Giro d’Italia – dice Bella – Non vi è stata alcuna inerzia da parte dei nostri uffici e neppure dei privati, vorrei sottolineare questo aspetto. La vicenda ha avuto una sua complessità prima per individuare la proprietà del terreno, visto che si tratta di più soggetti, e poi, per definire i lavori».Ad oggi non vi è però ancora una data di inizio cantiere. Se la trattativa dovesse saltare?«In quel caso il Comune sarà pronto a effettuare direttamente un intervento sostitutivo», assicura sempre Bella.L’assessore si sbilancia infine sui tempi.«All’inizio della primavera potremo comunicare agli organizzatori del Giro d’Italia la disponibilità della strada».In tempo insomma per la tappa Ivrea-Como di domenica 26 maggio. Dopo la discesa di Civiglio e il primo passaggio per la città, la Corsa in rosa salirà a San Fermo dalla Valfresca, probabilmente tra un cordone di festanti appassionati.Ieri la via XXVII Maggio era una distesa di due chilometri e mezzo di foglie. Difficile scorgere l’asfalto. Un problema stagionale, dettato dalle condizioni meteo straordinarie di pioggia e vento di inizio settimana.Per maggio, ha assicurato l’assessore Bella, il new jersey di cemento armato non sbarrerà più la strada e i lavori di messa in sicurezza della riva saranno conclusi. Se veramente così sarà, nessun nuovo caso “frana di Argegno”, quindi, e nessuna possibile brutta figura per Palazzo Cernezzi. Staremo a vedere.

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