Il rispetto delle norme anticontagio è una prerogativa per tutte le categorie economiche. C’è però in città un settore che, pur attenendosi scrupolosamente alle disposizioni, si sente in questo momento emarginato e impossibilitato nello svolgere il proprio lavoro. Si tratta degli ambulanti del mercato che hanno voluto manifestare il loro dissenso. E così Confesercenti Como ha organizzato un flash mob ieri mattina a Porta Torre, dove solitamente si svolge il mercato cittadino delle mercerie.Un’iniziativa di protesta per chiedere al Governo che gli ambulanti che vendono le stesse tipologie merceologiche dei negozi aperti possano da subito continuare a svolgere il loro lavoro nei mercati, «luoghi all’aria aperta e sicuri – dicono gli organizzatori – che non sono mai stati il focolaio di alcun contagio». Confesercenti chiede anche la revisione dell’elenco delle attività chiuse al pubblico e la riapertura totale dei mercati, dei bar, dei ristoranti, dei negozi di abbigliamento e degli altri negozi commerciali. «Purtroppo il sentimento che si sta diffondendo, pur essendo tutti consapevoli della drammaticità della situazione che stiamo vivendo, è quello di rabbia – dice il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli – Non è infatti possibile che questi operatori del mercato non vengano considerati nella giusta maniera. E vedere come gli stessi articoli da loro prima proposti sulle bancarelle possano essere normalmente venduti altrove, ad esempio nei centri commerciali, non aiuta a distendere gli animi. Non dimentichiamoci che ci sono in ballo famiglie che vivono di questo lavoro».La situazione che si era lentamente andata normalizzando prima dell’estate aveva fatto sperare che non si concretizzasse la nuova ondata epidemica che invece, come previsto dagli esperti, si è ripresentata a partire da fine settembre. Una escalation nella diffusione del contagio che ha portato inevitabilmente alle restrizioni in vigore e all’inserimento della Lombardia in zona rossa.«Questi operatori economici, dopo aver sofferto durante lo scorso inverno, non si aspettavano ora una chiusura così netta – aggiunge Casartelli – C’è purtroppo chi ha fatto magazzino con prodotti che pensava di poter vendere in vista del Natale. Se si dovesse andare avanti così, sarà tutto perduto».
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