Il commentoGioco sublime, il ping pong. E politicamente corretto. La pallina leggera riuscì ad aprire una breccia, all’inizio degli anni ’70, nel muro di diffidenza e di ostilità che divideva la Cina di Mao e l’America di Nixon. Il ping pong è un’arte. Nella quale si cimentano anche i nostri politici. Qualche giorno fa, Roberto Maroni aveva detto: i soldi della Tremezzina non servono perché il cantiere ha tempi impossibili. Ieri il viceministro Riccardo Nencini ha ribattuto: sui tempi possiamo discutere. Ma prima vogliamo vedere gli stanziamenti regionali. Il ping pong è spettacolare. Avvincente. Ma è un pur sempre un gioco. Ed è bello soltanto se dura poco.
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