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Grate di San Francesco, lo scontro si alza di livello

Botta e risposta senza esclusione di colpi anche ieri riguardo la questione della cancellata da installare davanti ai portici dell’ex chiesa di San Francesco, a Como.La mozione della Lega è ormai in arrivo in aula di consiglio. Oggi, alle 19.30 il gruppo “Cominciamo da Como” ha organizzato un presidio davanti a Palazzo Cernezzi contro la mozione leghista. All’evento ha già aderito la rete Como Senza Frontiere.Il partito di Salvini rimane sulle sue posizioni.«Sono sempre le solite persone che manifestano a Como su questi argomenti. Io mi chiedo, se tengono così tanto alla questione dei senzatetto, perché non se li portano nelle loro case, nei loro magazzini e nei loro capannoni, ma senza rompere le scatole ai cittadini». Non usa la diplomazia, la parlamentare leghista, ex ministro della Famiglia ed ex vicesindaco del Comune di Como, Alessandra Locatelli.«Noi siamo sempre più convinti che serva scoraggiare con qualsiasi mezzo il rischio di una nuova emergenza clandestini a Como», dice la deputata leghista. «Se parliamo di clandestini, in Italia c’è una bomba che sta per esplodere da Lampedusa alla Sicilia e alla Calabria, per tutto il Sud Italia – aggiunge – Si utilizzano le navi da crociera per le quarantene. Credo sia una vergogna. Si vuole fare ripiombare anche le città di frontiera allo stato del biennio 2016-17? A me pare che Como abbia già pagato il suo tributo. Se non si ha una posizione dura e ferma gli arrivi torneranno ad aumentare. Altro che aprire dormitorio e chiudere un occhio sull’immigrazione. Così si fa solo il gioco di chi vuole riattivare un business con gli immigrati».«Serve rispetto per i cittadini prima di tutto – dice ancora Alessandra Locatelli – Io vedo ogni giorno chiese con le inferriate anche qui a Roma, con un’amministrazione Cinquestelle, e nessuno ne fa un dramma. Ci sono anche vicine al nostro territorio, in comuni gestiti dalla sinistra. Si devono scoraggiare i bivacchi almeno nei punti cruciali della nostra città».Ben diversa la visione della questione da parte di chi prima della giunta Landriscina aveva gestito i Servizi sociali a Como, l’ex assessore di Lucini Bruno Magatti, oggi sui banchi di minoranza come capogruppo di Civitas.«Non hanno saputo o voluto farsi carico di queste persone e ora provano a “cancellarle”», commenta Magatti.«La proposta è della Lega. Va quindi letta come una sorta di auto-denuncia. Ma la nostra città non può permettere che questa sia la risposta a una situazione che riguarda persone vulnerabili», prosegue l’ex assessore.«Le politiche sociali senza visione e progettualità sono destinate a essere soluzioni senza respiro. Tre anni di vuoto, malgrado da assessore avessi lasciato risorse e progetti anche sulla grave marginalità», conclude amaro Bruno Magatti.La delega alle Politiche sociali nella giunta Landriscina, inizialmente proprio di Alessandra Locatelli, è da un anno nelle mani di Angela Corengia, commercialista con incarichi nel mondo del volontariato, persona di fiducia del sindaco e non espressione diretta di un partito (nominata nel 2018 al posto di Amelia Locatelli).L’assessore è diventata però bersaglio di pesanti critiche da parte dell’opposizione sulla gestione dei senzatetto.Il gruppo “Cominciamo da Como”, nella sua pagina Facebook ha pubblicato ieri e lunedì due video con l’assessore Corengia impegnata a coordinare le operazioni di sgombero dell’area dei portici di San Francesco. Nel primo, l’assessore dà alcune monete a un senzatetto, nel secondo rimuove una delle coperte da sotto i portici e le mette nel prato. Un gesto, quest’ultimo, condannato ieri duramente, in una nota, dal consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo.«Un anno fa la maggioranza del consiglio comunale chiedeva a gran voce un dormitorio permanente per accogliere chi è costretto a dormire per strada – scrive Orsenigo – Più di dodici mesi dopo, il Comune non ha mosso un dito e, anzi,  nega che ci sia bisogno di una struttura dedicata nonostante l’imminente arrivo della brutta stagione».«Così si getta un’ombra orribile sulla città, che davanti a un problema umano con oggettiva possibilità di soluzione, è in balìa di una giunta che chiude gli occhi davanti alla realtà», conclude Orsenigo.

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