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Henkel, tutte le strade portano a Düsseldorf

Henkel, tutte le strade adesso puntano verso Dusseldorf. La sorte dei 160 dipendenti, tra assunti e quanti lavorano nelle aziende dell’indotto, è strettamente legata alle scelte della direzione della multinazionale tedesca. Nonostante la Henkel abbia ribadito di recente la volontà di chiudere entro giugno, adesso tutti i tentativi sono indirizzati verso la casa madre.Ecco allora che «la lettera da inviare al consolato italiano a Colonia, disposto a fungere da tramite per inoltrarla personalmente alla multinazionale, è pronta. Manca solo il via libera del presidente Attilio Fontana e potrà essere recapitata – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Raffaele Erba – Da quel momento, se ci sarà risposta affermativa alla richiesta di incontro, si dovrà stabilire rapidamente la data di convocazione dell’apposita Commissione regionale. Ora è necessario imporre un’accelerazione visto l’approssimarsi del mese di giugno».Intanto le assemblee dei lavoratori e delle aziende connesse dell’indotto oggi «sono nuovamente state convocate – spiega Serena Gargiulo della Uil – Sarà importante capire ancor più nel dettaglio la situazione. In aggiunta i lavoratori stanno valutando di creare, a partire da lunedì, un presidio permanente all’esterno dell’azienda dove alternarsi in base ai rispettivi turni, così da tenere sempre alta l’attenzione su quanto sta accadendo ma non dover per forza ricorrere sempre solo a scioperi».Nel frattempo un’altra strada passa attraverso il sindacato europeo IndustriAll, creato ormai da molti anni per organizzare e rafforzare il potere collettivo dei lavoratori in Europa, per difendere i loro diritti e promuovere i loro obiettivi comuni rispetto alle aziende e agli Stati. «Ci siamo rivolti a questa organizzazione e domani (oggi,ndr) i rappresentanti del comparto chimico faranno da portavoce della crisi in atto con i vertici della Henkel», dice Sandro Estelli, segretario generale Filctem Cgil Como. Infine ieri, in un nuovo comunicato congiunto, le tre sigle sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil ribadiscono come «non si possa impoverire un territorio come il nostro, non si possono lasciare famiglie senza lavoro», si legge nella nota.

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