I cinghiali d’inverno hanno devastato cereali e campi a fieno, con danni che in alcuni casi, nelle due province lariane, toccano la metà dell’estensione dei campi.“Una situazione insostenibile, in ampie aree l’agricoltura rischia di scomparire perché le imprese non sono più messe nelle condizioni di poter lavorare” ribadisce Coldiretti Como Lecco che si schiera a fianco dei produttori, mai così preoccupati alla vigilia di un periodo di semine che – quanto a invasione di ungulati e selvatici – si annuncia ancora una volta da bollettino di guerra.
Troppi cinghiali nel Comasco
La stagione di semina segna infatti, su questo fronte, l’inizio della fase più delicata. “Già troppe volte i nostri produttori hanno dovuto riseminare più e più volte, vedendo vanificato il proprio lavoro e accumulando danno su danno. Sono esasperati, e ne hanno ben ragione, perché negli ultimi anni la nostra agricoltura ha pagato un conto da centinaia di migliaia di euro” rileva il presidente della Coldiretti lariana, Fortunato Trezzi.
Per gli imprenditori agricoli si tratta di un autentico incubo, che comporta perdite notevoli sotto il profilo economico e un aggravio di incombenze burocratiche, che partono dalla denuncia dei danni, all’uscita degli incaricati per l’ispezione, all’erogazione effettiva della somma. Va sottolineato che il ristorno dei danni è legato al criterio definito in delibera, con una franchigia di 100 euro e, in ogni caso, subordinato alla stima peritale.
“E’ necessario dar seguito agli abbattimenti in deroga, oltreché da parte delle guardie venatorie, anche ripristinando l’intervento autorizzato degli agricoltori in possesso dei requisiti” conclude Trezzi.
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