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I comaschi sono sempre più distratti. Perdono soprattutto chiavi e cellulari

Comaschi sempre più distratti e capaci di perdere qualsiasi oggetto, ma soprattutto gli smartphone. Proprio così, la propaggine di ogni uomo e donna, di qualsiasi età, che contiene foto, segreti, messaggi e numeri di telefono di una vita viene smarrita più spesso di quello che si possa pensare.Fortunatamente chi ritrova un cellulare, spesso e volentieri lo porta all’ufficio relazioni con il pubblico di Palazzo Cernezzi, che periodicamente pubblica l’elenco degli oggetti smarriti e ritrovati. Nell’ultimo avviso, firmato dal dirigente Maurizio Ghioldi, vi sono ben 105 oggetti, consegnati in Comune dal 22 aprile scorso al 7 gennaio. Tra questi si trovano ben 27 telefonini, anche di ultima o quantomeno penultima generazione, sia del pianeta iOs, sia Android. Si va dall’iPhone 6S al Samsung S6, ad altri smartphone che hanno comunque ancora un certo valore commerciale, dagli Huawei agli Asus.Più dei telefonini vengono persi e ritrovati soltanto i mazzi di chiavi. Di qualsiasi tipo. Dalle chiavi delle auto, Mercedes, Bmw, Smart, Ford, Nissan e Kia, giusto per citare qualche marca, a quelle di casa, con tanto di telecomando. Ci sono poi portafogli, somme di denaro, borse, un portadocumenti di pelle Luis Vuitton, oggetto che vale almeno 300 euro, una macchina fotografica e un computer portatile Apple. Se per questi oggetti potrebbe comunque essere la distrazione la principale causa dell’abbandono, rimane più difficile capire come si possa dimenticare da qualche parte una bicicletta o un casco da moto. Ebbene all’Urp di Palazzo Cernezzi sono stati riconsegnati dallo scorso aprile anche quattro mountain bike e due biciclette da donna. È vero che a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina, come diceva Giulio Andreotti e prima di lui Papa Pio XI. Così il rischio che queste biciclette siano state rubate da qualche parte e poi abbandonate sembra tutt’altro che peregrino.Chi insomma avesse smarrito uno di questi oggetti si potrà rivolgere all’Urp di Palazzo Cernezzi. Il proprietario ha tempo un anno dall’avvenuta pubblicazione (non dallo smarrimento) per cercare l’oggetto e tornarne in possesso.

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