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I conti in tasca al campus del San Martino

(da.c.) «Lavoriamo alla costruzione di un piano finanziario. Quando sarà pronto e circostanziato, dirò com’è fatto». Sono le parole con cui Mauro Frangi, presidente di Univercomo, ha risposto giovedì scorso alla domanda sulle risorse necessarie a realizzare il primo lotto del campus universitario del San Martino.Domanda inevitabile, perché relativa alla questione principale: dove si trovano i 15 milioni di euro necessari per avviare il cantiere? Ieri mattina, a Cernobbio, sono giunte

le rassicurazioni del presidente della Regione, Roberto Maroni. Utili, certo. Ma tutte da verificare nella loro praticabilità.Le risorse e i tempiProviamo a fare un po’ d’ordine. La realizzazione del campus costa, all’incirca, 80 milioni di euro. Univercomo e Politecnico vorrebbero però avviare in questa fase un primo lotto funzionale per il quale servono 15 milioni. Allo stato attuale, sarebbero disponibili soltanto 2,3 milioni, una riserva che Univercomo ha a bilancio per interventi a favore del Politecnico lariano. I promotori dell’iniziativa puntano, com’è noto, a ottenere anche 5 milioni dal bando Cariplo in scadenza il prossimo 15 novembre.Se tutto andasse per il verso giusto, nel giro di un paio di mesi il progetto potrebbe contare su 7,3 milioni di euro. Ne mancherebbero altri 7,7.Sino a oggi, la Regione non aveva dato alcuna garanzia su possibili investimenti. Le dichiarazioni di Maroni potrebbero cambiare il quadro. Nel bilancio del Pirellone non sono stati stanziati fondi sul campus ma una variazione, per quanto molto consistente, è sempre possibile.I dubbi dei revisori dei contiSenza i soldi della Regione, la faccenda si complica. E parecchio. Stando a quanto è stato detto ai tavoli tecnici, l’ipotesi percorsa da Univercomo e Politecnico per finanziare il campus è legata alla cessione della sede di via Valleggio.In pratica, il Politecnico venderebbe all’Università dell’Insubria una parte dell’attuale polo universitario per reinvestire subito dopo nel campus.Questa manovra, però, non è di così semplice attuazione. Anzi, appare allo stato dei fatti praticamente impossibile. Sembra infatti che i revisori dei conti del Politecnico abbiano fatto notare come non sia possibile cedere una parte del proprio patrimonio per destinare il ricavato ad altri enti. Non potendo acquisire le aree e gli edifici del San Martino, infatti, il Politecnico userebbe i propri fondi per ristrutturare edifici di proprietà della Regione Lombardia.Una manovra azzardata che, oltre a non avere il via libera del collegio dei revisori del Politecnico, dovrebbe scontare tempi lunghissimi, incompatibili con il bando Cariplo. Bisogna rammentare come una volta assegnati i fondi, il cantiere deve partire entro sei mesi. Si può immaginare che la Fondazione adotti una politica “elastica” e non spulci necessariamente i giorni sul calendario. Ma un ritardo di qualche settimana o due-tre mesi è un conto, uno stop lungo un anno (o più) è tutto un altro paio di maniche.Il progetto: costi e tempiC’è poi un’ultima questione. Per partecipare al bando Cariplo bisogna presentare un progetto esecutivo. In attesa di vedere i disegni, sorge spontanea la domanda su chi paga. Se anche fosse realizzato internamente al Politecnico, il progetto costerebbe il 3% del valore complessivo dell’opera: 450mila euro almeno. Anche questo è un punto oscuro.3. Fine

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