Inchiesta chiusa. Il blitz a febbraio in un ambulatorio dentistico. Il legale: «Sant’Anna incolpevole»Lo scorso mese di febbraio, aveva destato scalpore il blitz dei Nas all’interno di uno degli ambulatori dentistici dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù. Operazione che si era chiusa addirittura con un sequestro dei locali, anche se per pochi giorni. Nelle scorse ore, la Procura di Como ha chiuso le indagini in merito a quella vicenda arrivando a notificare l’informazione di garanzia a sei persone (tra cui due medici dentisti) scegliendo di archiviare invece le due posizioni legate all’Azienda
ospedaliera Sant’Anna, ovvero quella del direttore medico del presidio canturino (Patrizia Figini) e quella del direttore dell’unità operativa, Fabio Banfi. Per entrambi, insomma, accogliendo le richieste avanzate dall’avvocato Renato Papa, il pm Valentina Mondovì non avrebbe rilevato «elementi indicativi del fatto» che i due indagati «avessero contezza dei fatti in esame commessi dagli indagati». E i fatti in questione, parlano di esercizio abusivo della professione per quattro odontotecnici con il concorso di due medici dentisti che avrebbero, appunto, «agevolato» gli altri indagati «acconsentendo all’effettuazione di cure odontoiatriche» senza che però «ne fossero abilitati». Irregolarità che, come detto, avvenivano in uno dei tre laboratori all’interno del presidio ospedaliero di Cantù. Sarebbero ben 22 le persone che avrebbero ricevuto cure da persone non accreditate come odontoiatri, in un periodo compreso addirittura tra il 2008 e il blitz dei Nas del 2013.Tutti gli indagati, sottolineano dal Sant’Anna, non erano dipendenti dell’azienda ospedaliera ma lavoravano in forza di una convenzione. Si tratta di due dentisti (un 51enne di Giussano e un 60enne di Pozzuolo Martesana) e di quattro odontotecnici, ovvero un 52enne di Cucciago, un 60enne di Giussano, un 48enne di Como e un 59enne di Abbadia Lariana. Ora tutti avranno la possibilità di spiegare – tramite avvocati – le proprie posizioni prima che la Procura decida se chiedere o meno di proseguire nella vicenda penale. Soddisfazione invece emerge dalle parole dell’avvocato del Sant’Anna, Renato Papa, che assisteva anche il direttore medico del presidio canturino e il direttore dell’unità operativa.«La decisione della magistratura rispecchia una verità importante – dice il legale – È stato riconosciuto l’operato del Sant’Anna che non era al corrente di quanto avveniva all’interno degli ambulatori. È stato anche riconosciuto che la struttura ha attuato tutti i meccanismi di controllo ragionevolmente applicabili per la salvaguardia dei pazienti».
Mauro Peverelli
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