Su 10 strutture ben 4 registrano un deficit superiore al mezzo milioneAnalizzare nei dettagli gli ultimi bilanci consuntivi dei 10 asili nido comunali lascia una sensazione chiara: i passivi da record che ogni struttura accumula da anni sono sostanzialmente inevitabili. Il che, per ovvi motivi, rende ancora più cupe le previsioni per il futuro dello storico (ed eccellente) servizio sociale “made” in Palazzo Cernezzi. Poiché se è vero che rientra nel “core business” dell’ente pubblico garantire il sostegno alle famiglie anche grazie a servizi come i nidi – peraltro
senza essere esclusivamente vincolati dalle regole del bilancio – d’altro canto è sicuro che un passivo totale di 4 milioni e rotti riferito all’anno scolastico 2010 risulta una zavorra difficilmente sostenibile.Da queste considerazioni di base, e prima di addentrarci nei numeri specifici delle dieci strutture comunali, ecco emergere la più pesante delle notizie. Sebbene non ancora ufficialmente definito, infatti, pare ormai certo il taglio di 2 strutture per il prossimo anno scolastico. Si tratta degli asili nido di Lora e di via Passeri, in zona centrale. Ma ora facciamo un passo indietro.LE CIFRECome anticipato, i numeri di ogni singolo asilo nido sono impressionanti. Un dato parla chiaro: sono ben 4 le strutture che sforano ampiamente il mezzo milione di euro di rosso. La “performance” di bilancio peggiore in assoluto riguarda l’asilo nido di via Palestro. Qui il passivo arriva a superare i 578mila euro. Una cifra enorme, figlia del rapporto tra entrate davvero minime (161mila euro) e costi alle stelle (740mila euro).Non va granché meglio all’asilo nido di via Zezio. In questo caso il passivo sfiora la soglia dei 572mila euro. Il buco di bilancio, in questo caso, è determinato dalle entrate ferme a 174mila euro e dalle uscite che invece arrivano alla ragguardevole quota di 746mila euro.Sempre rimanendo nel poker di strutture che accumulano passivi superiori al mezzo milione di euro, al terzo posto per la perdita più ingente si trova la struttura di via Giussani con un rosso di 531mila euro (181mila euro di entrate e 712mila euro di costi). Chiude questa poco felice graduatoria il nido di via Italia Libera con un rosso di 508mila euro (introiti fermi a 131mila euro, uscite oltre 640mila).Alle spalle di questo quartetto, c’è la struttura di Albate con un rosso di 424mila euro, l’unica a fare da cuscinetto tra il “club” del mezzo milione e quello che da quota 300mila scende costantemente. Nell’ordine, quindi, si susseguono: l’asilo nido di Sagnino, con un profondo rosso pari a 320mila euro; l’asilo nido di Monte Olimpino, che ha accumulato un deficit di 308mila euro; e, in fondo alla classifica, le due strutture di Camerlata (dove il buco nei conti si attesta a 286mila euro) e di Lora (passivo fermo a 246mila euro).Fin qui, dunque, lo scenario – davvero impietoso – delle cifre. Ma, anche spostandosi sul terreno politico-amministrativo, il panorama generale non migliora. Da un lato, perché l’ultima riforma del sistema tariffario dei nidi risale a non più di 2 anni fa e – come ormai comprovato dai numeri – ha creato più danni che benefici alle casse comunali a cause delle abbondanti dosi di proposte demagogiche licenziate dall’aula. In secondo luogo, guardando al futuro, non sembra che le finanze pubbliche possano più sostenere buchi simili. E la scure dei tagli si staglia all’orizzonte.
Emanuele Caso
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