E se l’errore che ha costretto in zona rossa la Lombardia per una settimana fosse già stato commesso in passato? Questo lo scottante interrogativo che si sono posti sette sindaci del centrosinistra dei capoluoghi lombardi in una conferenza indetta questo pomeriggio. Il timore concreto è che ci possano essere stati altri sbagli addirittura a partire dallo scorso 12 ottobre. Ovvero da quando è stato rivisto il meccanismo di certificazione di guarigione dei pazienti Covid (da due tamponi negativi a 21 giorni dalla certificazione del contagio).
«Da allora ci sono state difficoltà nell’avere una visuale certa dei numeri dei dei malati, dei negativizzati e delle altre componenti utili – spiegaGiorgio Gori, sindaco di Bergamo anche a nome dei colleghi di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova e Varese – Un’anomalia che alcuni sindaci avevano segnalato, quando il sistema Cruscotto (quello di sorveglianza Covid in dotazione ai comuni) è andato in tilt, e che probabilmente ci trasciniamo da allora. L’Rt potrebbe essere sempre stato sopravvalutato».
Ecco allora che i sindaci compatti chiedono di poter avere libero accesso a tutti i dati per controllare la pandemia. «Chiediamo trasparenza a Regione Lombardia per il passato – dicono i sindaci – ma soprattutto vogliamo avere tutte le informazioni a disposizione per il futuro. Solo così l’attenzione potrà essere ancora più alta e si potranno evitare anche degli errori».
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