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Il caso della discarica. Quando gli abusivi vengono tollerati

La piattaforma ecologica di via Stazzi(l.m.) «Io vigilo, ma i furbetti della monnezza ci sono sempre. Ogni quindici giorni, ad esempio, becco un furgone che scarica rifiuti di ogni tipo nella via qui a fianco. Per fortuna mi danno una mano loro». «Loro chi?». «Loro. Gli abusivi».L’operatore ecologico che vigila sul funzionamento della piattaforma di via Stazzi a Como ammutolisce. E ammicca. Eccoli lì, sulla pedana dove si raccolgono computer e apparecchi elettronici usati. I disperati della spazzatura. Sono sempre tre o

quattro.Sono gli operatori-bis che aiutano i comaschi a scaricare la roba sporca che non serve più. Rovistano. E portano a casa, per rivendere o riusare, quello che dai più è ritenuto superfluo. Danno una mano. Braccia utili, rubate alla disoccupazione. Perché quelle ufficiali sono solo due. Ma sono, appunto, abusive.«Se provi a mandarli via, son dolori» sussurra l’operatore ecologico. Di fatto, gli abusivi nella piattaforma di via Stazzi ci sono e sono tollerati.Questa fotografia del tempo della crisi è comunque una situazione temporanea.L’assessore all’Ecologia e all’Ambiente Bruno Magatti tiene a rimarcarlo: «La nuova piattaforma, a pochi metri da quella attuale, che Aprica realizzerà si spera entro l’anno, avrà una sbarra e l’accesso con tessera comunale. Per ora vigiliamo – dice – Di recente, abbiamo messo in campo la polizia locale, soprattutto per sanzionare chi abbandona i rifiuti attorno alla discarica, magari perché non ha titolo per usarla in modo corretto e così si libera dello scomodo fardello. Ma non fa solo un danno ambientale: è un reato. Lo ripeto: di fatto, la provvisorietà dell’attuale piattaforma ecologica impedisce di mantenere l’ordine necessario alla struttura».La presenza di abusivi, soprattutto, rattrista: rovistare nella spazzatura è l’ultimo stadio della povertà. «Sì, ma rimane un abuso – dice Magatti – Perché i materiali conferiti in piattaforma hanno anche un valore economico. Oggi per determinati materiali, infatti, il cittadino ha un costo da sopportare in termini di smaltimento».Per altri materiali che si possono riusare – conclude l’assessore – è un’entrata. La possibilità di governare la situazione sarà data dalla nuova sede, che sta per arrivare in porto dopo una lunga trafila di verifiche ambientali e analisi sulla qualità del terreno dove sarà insediata. Nel giro di pochi mesi dovrebbe essere operativa».

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