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Il Cda si spacca sulla nomina da 80mila euro

Acque agitate in Ca’ d’IndustriaE l’Agenzia delle Entrate notifica un accertamento da 700mila euroIl consiglio d’amministrazione della Fondazione Ca’ d’Industria ha recentemente nominato un nuovo direttore generale. Si tratta di Marilisa Bianchi, titolare ora di una carica (a termine, per due anni) che pesa sulle casse della Fondazione per 80mila euro annui complessivi.Una decisione che, però, non è stata votata all’unanimità dal cda, ma che ha trovato l’opposizione di un consigliere, l’avvocato Simone Gatto.«In passato avevo proposto la nomina di un direttore generale e mi risposeroche non ce n’era bisogno perché al suo ruolo avrebbero sopperito tre dirigenti già presenti, ai quali fu aumentato lo stipendio di 500 euro l’uno – dice il componente del cda – A pochi mesi di distanza, mi trovo invece a dover fare i conti con la nomina di un direttore generale da 80mila euro all’anno per cui sarebbe quantomeno stato opportuno un bando pubblico». Ma non è tutto, perché, aggiunge l’avvocato forse facendo riferimento al recente passato di Ca’ d’Industria, «in un momento di crisi non si possono spendere così i soldi degli anziani senza per di più una evidenza pubblica». Ma c’è un ulteriore punto che farebbe tremare la Fondazione.Dall’Agenzia delle Entrate sarebbe arrivato un accertamento fiscale in merito ad un terreno edificabile venduto ad un prezzo non ritenuto consono. Per questo sarebbe in ballo una verifica su una cifra che si aggirerebbe sui 700mila euro.Su entrambe le questioni, ieri, in serata, ha replicato il presidente del cda, Paolo Frisoni.«Per quanto riguarda la nomina del direttore generale – ha detto – si tratta di una nomina fiduciaria, per la quale non è necessaria la selezione pubblica. È vero che inizialmente pensammo di poterci appoggiare ai nostri dirigenti, ma una Fondazione che assiste 450 anziani e ha 330 dipendenti deve fare fronte a questioni così complesse che alla fine risulta inevitabile poter contare su una professionalità specifica, peraltro in servizio con un contratto a termine». Sull’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, infine, Frisoni specifica che «la vendita del terreno edificabile risale a 4 anni fa e l’abbiamo ereditata. Non venne denunciata, forse per errore, la plusvalenza tra il valore iniziale del terreno e quello di vendita. Ma siamo certi che il valore iniziale verrà riconosciuto molto più alto di quanto ritenuto finora, e quindi l’accertamento calerà sensibilmente rispetto alla cifra chiesta ora»

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