«Non mi interessano le polemiche, occorre rimboccarsi le maniche e aiutare chi ha bisogno».Cosa viene fatto e quanto viene speso. Il vicesindaco di Como ha voluto mettere dei punti fermi sul lavoro che il Comune sta facendo per affrontare la grave marginalità. Pur specificando che la conferenza stampa di ieri a Palazzo Cernezzi non è stata organizzata per rispondere alle polemiche delle ultime settimane sulla richiesta di un dormitorio permanente, lanciata dal consigliere Patrizia Maesani e che ha ottenuto un largo consenso bipartisan.In primis ha voluto ribadire che il dormitorio con apertura 365 giorni all’anno a Como, in via Napoleona, c’è da un decennio, conta 56 posti letto e non ne serve un altro.«Perché – sostiene – le persone devono poter uscire da questo circuito guadagnando autonomia e quindi è più opportuno lavorare su percorsi mirati che vadano in questa direzione». Ma non solo, Locatelli ha passato in rassegna i progetti legati al reinserimento nel mondo del lavoro, alle mense e ai centri diurni, senza dimenticare gli appartamenti messi a disposizione per chi sta tentando di riprendere in mano la propria vita.Fino alla gestione dei casi più complicati (come quelli di chi necessita di strutture particolari o il sostegno per le mamme con minori).Si è aperto un capitolo a parte sul periodo invernale quando viene attivato il servizio “Emergenza Freddo” aperto a tutti (compresi gli stranieri in regola e non) per cui palazzo Cernezzi ha stanziato 8mila euro sui 30mila rendicontati e l’obiettivo è di arrivare a 10mila.Una realtà in cui fondamentale è il lavoro della Caritas, delle associazioni e dei volontari. Quest’anno sono state accolte – nei mesi di apertura – 114 persone. Prorogato fino al 31 dicembre 2020 poi il progetto “Strade verso casa” che tra le altre cose si occupa di “housing first” che riguarda, appunto, gli appartamenti.Tracciato anche un bilancio annuale delle risorse messe in campo. «Parliamo di circa un milione di euro», ha detto Locatelli.Nelle ultime settimane non sono passate inosservate situazioni come quelle del portico di San Francesco o del Liceo Volta, dove sono presenti coperte e giacigli di fortuna di chi trascorre lì la notte.«Si tratta di intercettare un tipo di utenza che non sempre vuole entrare nei percorsi mirati che vengono proposti, ma garantiamo che tutte le persone che possono accedere a tali percorsi verranno aiutate da noi».
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