«Gli esercizi commerciali storici della città sono un patrimonio di Como ed è giusto che anche il Comune faccia la sua parte». L’assessore al Commercio di Palazzo Cernezzi, Marco Butti, raccoglie subito il grido d’allarme lanciato ieri su queste colonne dalle associazioni di categoria.Troppe chiusure di attività che hanno servito i comaschi per generazioni, alcune proprio nel centro storico cittadino. Confcommercio, come ha spiegato il presidente Giovanni Ciceri, ha avviato un club, “Il Circolo delle Storiche Attività Lariane” per dare un aiuto agli imprenditori del settore.«Il tema verrà portato all’interno del Distretto del commercio, in accordo con le associazioni di categoria – ha aggiunto l’assessore Butti – L’amministrazione è sicuramente interessata a trovare una strategia insieme a Confcommercio e Confesercenti. Credo che anche nel sistema delle regole dei bandi di sostegno alle attività commerciali si potrebbe trovare qualcosa che ponga l’attenzione sulle attività storiche».Innegabile ad ogni modo come il centro storico e i quartieri, dalla convalle alla periferia, vivano situazioni molto differenti.Dentro le mura resiste una sorta di centro commerciale a cielo aperto, con centinaia di vetrine che cambiano, affitti alti e la presenza di importanti brand a fianco di negozi tradizionali. Altrove ci sono intere vie dove dominano le saracinesche abbassate e i cartelli “affittasi”, “vendesi” e “cedesi attività”. Abbiamo più volte affrontato il caso emblematico di via Milano Alta, ma pure nella centralissima via Manzoni le insegne sono rimaste a lungo spente. Situazioni analoghe per alcuni quartieri che hanno perso del tutto il cosiddetto commercio di vicinato.«Se parliamo dell’intero territorio comunale la situazione non è certo omogenea» dice sempre Butti. Il commercio insomma è cambiato molto negli ultimi anni, non solo a Como, ma ovunque. Probabilmente è impossibile pensare di tornare indietro in alcune situazioni. Anche quando si parla dell’abitudine degli acquisti online. Una vera e propria rivoluzione che, come ha evidenziato la Confcommercio, ha modificato il mercato e l’abitudine d’acquisto di milioni di italiani.«Se parliamo dell’ecommerce – sottolinea Marco Butti – all’interno dei nostri bandi destinati alle attività commerciali cerchiamo sempre di inserire e studiare con le categorie delle forme di sostegno affinché il dettagliante tradizionale non debba solo subire le nuove tecnologie, ma le possa a sua volta sfruttare in un mercato diventato globale» conclude l’assessore al Commercio di Palazzo Cernezzi.
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