Il Conservatorio ha sete di spazi, individuata probabile sede staccata

Un concerto trionfale, quello che ha aperto domenica l’anno accademico del Conservatorio Verdi di Como con il debutto dell’orchestra barocca, la terza dell’istituto. Un sold out, con gente in attesa fuori. Non dalla sede di via Cadorna 4, ossia l’ex ospedale di Como, ma da un altro luogo simbolo della città come Palazzo Terragni, capolavoro del Razionalismo lariano.Altra attestazione prestigiosa per il Verdi, la premiazione ieri sera al Lions di Como dell’alunno di Chitarra Flavio Vanini. Agli eventi ha presenziato il presidente del Conservatorio, Enzo Fiano. Tutto a gonfie vele, quindi?«Non direi proprio – dice Fiano – È vero, la città dimostra di esserci amica e vicina. I nostri concerti nell’auditorium di via Cadorna sono sempre affollati. Per non parlare del successo dei concerti del festival “Il segno del tempo” con cui nelle scorse settimane abbiamo celebrato il 25esimo anniversario dell’autonomia del Conservatorio di Como da quello milanese e che sono andati molto bene. Sei mesi all’insegna di musica, incontri, laboratori (anche per i più piccoli), con ospiti importanti. Il Conservatorio è importante per la città. E lo ha capito in primis il sindaco Mario Landriscina, da sempre molto vicino e comprensivo nei nostri confronti, che ci sostiene e ci è personalmente amico. Il vero problema a frenare e a remarci contro è la burocrazia, a più livelli. E così il risultato è una contraddizione pesantissima e difficile da digerire, da un lato la città che premia chi fa cultura e dall’altro non permette a chi fa cultura di avere spazi adeguati. Chi studia i pentagrammi ne ha bisogno, un musicista che si forma deve anche immaginare di stare su un palcoscenico».Un tema forte, quello della città contraddittoria ai limiti della schizofrenia, che Fiano ieri sera ha ribadito proprio in occasione della conviviale del Lions.Il suo Verdi ha sete di spazi, e da anni. «Abbiamo 500 allievi e vorremmo ospitarne di più» dice Fiano. Ogni anno potrebbero esserci dai 200 ai 600 allievi solo dalla Cina e molti altri da altri Paesi asiatici, vedi Corea, desiderosi di formare i loro giovani nella patria della musica ossia l’Italia. Peccato che gli spazi scarseggino».«Siamo in attesa – ha annunciato ieri Fiano al “Corriere di Como” – di avviare una serie di lavori interni per usufruire al meglio degli spazi della sede di via Cadorna, che peraltro non sarebbero sufficienti anche se utilizzati al 100% delle potenzialità. Tanto è che siamo costretti ad affittare altre sedi temporanee. La notizia più importante però è un’altra ed è buona. È molto verosimile che in un luogo che è già stato individuato in città come possibile sede prestigiosa potremo finalmente avere la sezione staccata di cui abbiamo bisogno. Peccato che i tempi non siano brevi, nel frattempo abbiamo dovuto e dobbiamo tessere collaborazioni preziose con altri luoghi dove ospitare i nostri corsi, ad esempio l’Auditorium di San Fermo della Battaglia. E stiamo parlando di un istituto che cresce e ha successo, grazie alla qualità dei suoi 70 docenti di ruolo, dei 15 a contratto e dei 30 tra impiegati e coadiutori per il loro impegno. E grazie alla alta qualità dei suoi studenti. Chi si laurea da noi può trovare lavoro, lo garantisco».«Il mondo della musica è variegato e vasto – conclude Fiano – e ricordiamoci che nelle grandi orchestre internazionali i musicisti italiani sono sempre molto richiesti e molto apprezzati, e non dimentichiamo naturalmente che anche in Italia abbiamo orchestre prestigiose. Inoltre la musica è un ambito che può esprimere un ampio ventaglio di professionalità, dalla produzione di colonne sonore e pubblicitarie al mondo del jazz e della musica pop ai quali il Conservatorio di Como dà spazio adeguato. Non siamo fermi a Mozart e Chopin».