(ANSA) – ROMA, 26 GEN – “Francesco Messina Denaro disse di aver dato incarico a Vincenzo Virga di eseguire l’omicidio di Mauro Rostagno” e questo “particolare” riferito, tra gli altri, dal collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori, “non è per nulla incompatibile con la ricostruzione di come operassero gli organi di vertice di ‘cosa nostra’ nella deliberazione di omicidi eccellenti”. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni di conferma dell’ergastolo per il boss Virga accusato di essere il mandante dell’uccisione di Rostagno, su input di Messina Denaro, in un contesto decisionale totalmente mafioso che esclude “piste alternative” o “ripensamenti”. Oltre alla responsabilità di Virga per la sua posizione di capo-mandamento di Trapani – territorio nel quale la sera del 26 settembre 1988, ormai 32 anni fa venne ucciso Rostagno a Valderice mentre rientrava nella comunità di Saman, la Cassazione indica anche altri “elementi positivi” in base ai quali a suo avviso correttamente la Corte di assise di appello di Palermo ha condannato il boss. Per i supremi giudici il coinvolgimento di Virga si desume “nell’assenza, successivamente alla commissione dell’omicidio, di turbamenti sul territorio controllato dal mandamento di Trapani, con la prosecuzione stabile della direzione di Virga che ebbe modo di programmare altri importanti omicidi, dimostrazione logicamente inequivoca della piena adesione all’omicidio di Mauro Rostagno”. (ANSA).
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