Al termine dell’interrogatorio di fronte al giudice delle indagini preliminari di Como, avrebbe chiesto scusa. Uno sfogo, giunto dopo aver parlato di quanto gli veniva contestato, compresa una presunta violenza sessuale che risaliva ad anni fa e che avrebbe coinvolto – in palpeggiamenti e toccamenti – un ragazzo che aveva 13 anni. Abusi che sarebbero proseguiti fino ai 16 anni. È l’ulteriore sviluppo della drammatica vicenda emersa ieri da una indagine partita da Roma e che ha coinvolto un 42enne direttore di una comunità per minori in difficoltà che si trova in provincia di Como. L’uomo è accusato anche di detenzione di materiale pedopornografico. I militari dell’Arma, infatti, avrebbero trovato materiale proibito su telefono e computer del direttore della comunità e, come detto, gli avrebbero contestato anche un episodio di abusi su un ragazzino, una violenza che sarebbe precedente ai fatti che gli sono contestati ora. Le indagini sono tuttavia ancora in corso. Il 42enne è finito in manette in seguito ad una indagine che era partita da tutt’altro, ovvero da un giro illecito di droga in arrivo dall’Olanda. Un traffico online tra i Paesi Bassi e l’Italia di Gbl, una sostanza stupefacente spesso indicata come “droga dello stupro”.
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