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Il dissesto della Mozzate Patrimonio: la Procura chiede il rinvio a giudizio

Sono accusati di aver «cooperato nel cagionare e aggravare il dissesto della Mozzate Patrimonio», srl partecipata dal Comune con una quota di capitale pari al 99,76%. Società in cui fu fatto confluire il patrimonio immobiliare del municipio di Mozzate, ma che “saltò in aria” il 17 febbraio 2014, quando il Tribunale di Como ne decretò il fallimento. Nei guai sono finiti Massimo Morandi, 47 anni, amministratore della Mozzate Patrimonio, l’ex sindaco Luca Denis Bettoni (58 anni) e Cosimo Montalto, 74 anni, segretario generale del Comune di Mozzate. Il fascicolo, coordinato dal pubblico ministero Mariano Fadda, è già stato chiuso ed ora il pm ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio che dovrà essere discussa di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como. La parte offesa è stata individuata nel Fallimento della Mozzate Patrimonio, vittima – secondo la Procura – di un danno patrimoniale ritenuto di «rilevante gravità».Secondo la pubblica accusa, sarebbero state molte le condotte censurabili compiute dagli amministratori, avvenute nel periodo precedente al mese di febbraio del 2014.Tra le contestazioni, al centro dell’attenzione sarebbe finito il “contratto di servizio” stipulato nel luglio 2009 tra il Comune e la Mozzate Patrimonio, in base alla quale quest’ultima avrebbe dovuto percepire 1 milione e 200 mila euro all’anno dal 2009 al 2013, soldi che avrebbero dovuto essere utilizzati per la gestione dei beni di proprietà comunale conferiti nel patrimonio della srl, come gli edifici scolastici, il centro civico, il centro medico, il parco comunale, il parcheggio, l’edilizia popolare a anche la caserma dei carabinieri. Tuttavia, secondo l’accusa, il corrispettivo sarebbe stato versato solo il primo anno. Per contro, l’area del Parco Guffanti era stata ceduta in locazione al Comune di Mozzate dalla stessa srl ad un canone di 200mila euro che a partire dal 2008 non fu più versato. Secondo la Procura, i tre indagati non si sarebbero attivati per riscuotere il dovuto e per pretendere quanto sarebbe spettato alla srl. Ma sono molte altre le accuse mosse dal pm, che riferisce anche di una «sistematica sopravvalutazione dei cespiti immobiliari» e una «altrettanto sistematica sopravvalutazione dei crediti», oppure di «sistematiche omissioni del versamento dei contributi» e di «violazioni degli obblighi di legge» volti al «fare emergere lo stato di insolvenza». Queste, almeno, sono le accuse mosse dalla Procura, che ora dovranno passare al vaglio del giudice dell’udienza preliminare di Como.

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