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Il lago leggendario di De Sfroos

Rassegne Dopo il documentario “Terra & Acqua”, proiettato ieri sera all’Arena, il “Lake Como Film Festival” prevede oggi tre eventi

Se una rassegna dedicata al cinema di paesaggio conduce il suo pubblico a scoprire l’Amazzonia, a toccare le vette dell’Himalaya, a sorvolare le cime tempestose della Scozia, a sfidare gli uragani dell’Ohio, a fuggire nelle steppe del nord Europa, ad aspettare il mare sul lago d’Aral, non ha certo fallito la sua missione.Ma un giro del mondo che si rispetti non poteva non terminare con un ritorno a casa, con una pellicola che raccontasse il nostro meraviglioso lago.“Terra & Acqua”, il documentario di Davide

Van De Sfroos, proiettato ieri in anteprima all’Arena di via Bellini, preceduto da un incontro con l’autore alla Sala Bianca del Teatro Sociale, ha dipinto un Lago di Como insolito, affascinante, onirico, a tratti persino leggendario.Un quadro che certamente non ha sorpreso chi da tempo conosce la cifra stilistica dell’artista lariano, capace di tratteggiare le sue onde tanto in superficie quanto in profondità.Fotografie in movimento che hanno la grande forza immaginifica di proiettare le percezioni, a tratti anche oscure, di chi il paesaggio lo ha attraversato lasciandosi attraversare.Anche ieri le sue parole lo hanno sottolineato con chiarezza: «Sono stato il regista di una visione – ha raccontato Davide – e dopo tanto vagare per il territorio, a immagazzinare immagini di luoghi splendidi, è nata l’idea di questo viaggio durante il quale ho incontrato il territorio e i suoi personaggi in tempo reale, senza finzioni cinematografiche, facendo mia questa continua poesia».«Alcuni dei brani che hanno fatto da colonna sonora del documentario sono nati improvvisando i testi al momento – ha detto ancora Davide Van De Sfroos – Sono come istantanee dei luoghi che le hanno ispirate, si potrebbero chiamare canzoni Polaroid».«Insomma – è la conclusione – è stato un percorso che in qualche modo ha risalito i miei ricordi da bambino per andare a incontrare leggende tangibili e raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto esperienze incredibili».E dopo questo morbido ammaraggio in acqua dolce, già ieri il “Lake Como Film Festival” è ripartito verso le foreste delle Ardenne, dove Peter Brosens e Jessica Hope Woodworth hanno ambientato “La quinta stagione”, un film che ha preso spunto da un inverno che non se ne vuole andare per restituire allo spettatore immagini meravigliose e sfuggenti.Immagini che sono ispirazioni, sprazzi di poesia e pennellate di violenza, in una pellicola che ha trovato la sua forza d’impatto in una forma visiva originale.Tre gli appuntamenti di oggi con la kermesse diretta da Alberto Cano e Andrea Giordano.Alle 16.30, in Sala Bianca, prima della proiezione del documentario “Encounters at The End of The World” di Werner Herzog, si terrà una tavola rotonda per discutere sulla Film Commission comasca.Nonostante il Lago di Como continui ad essere una delle location più amate dai registi di tutto il mondo, l’insegna “Lariowood”, spesso declamata a sproposito, ancora stenta ad accendersi per illuminare le nostre ambizioni.Non siamo Los Angeles, mai lo saremo; ma è ormai chiaro a tutti che un “sistema Como” sostenuto da un progetto forte, potrebbe certamente aprire nuovi orizzonti anche sulle gloriose strade del cinema.Intanto, cieli ricchi di stelle, dimostrando che quando si lavora bene i risultati arrivano, li ha regalati proprio questa manifestazione dedicata al cinema d’autore a cui vanno molti applausi. Non solo per le pellicole proposte, tutte di alto profilo, ma anche per la qualità delle immagini offerte al pubblico grazie a un sistema di proiezione digitale modernissimo, per il quale sono stati fatti grandi investimenti da parte degli organizzatori del “Lake Como Film Festival”.Ultimo atto nella rinata Arena, questa sera, alle 21.30, “To the Wonder” di Terrence Mallick, uno dei capolavori della stagione cinematografica, girato nelle pianure senza orizzonte dell’Oklahoma.A chiudere definitivamente il sipario della prima edizione della kermesse ci penserà un altro vecchio e indimenticabile film del poliedrico regista americano Mallick: domenica 28 luglio, alle 21.30, in piazza della Funicolare a Brunate verrà infatti proposto “I giorni del cielo”, premio per la regia a Cannes e premio Oscar per la fotografia nel 1979.

Maurizio Pratelli

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