Avrebbe detto di aver atteso il «momento giusto», cioè quando don Roberto si è chinato in avanti per caricare l’auto con gli alimenti per le prime colazioni che doveva distribuire. Poi l’avrebbe colpito alle spalle prima al collo, in seguito alla schiena e all’addome. L’arrestato, interrogato ieri pomeriggio in Questura negli uffici della Squadra mobile, alla presenza del pm Massimo Astori e dell’avvocato d’ufficio Davide Giudici, avrebbe ammesso in pieno le sue responsabilità.
L’interrogatorio sarebbe proseguito per circa due ore, minuti in cui il tunisino avrebbe riferito date, circostanze e vicende con grande precisione. Il movente sarebbe da ricercare nel convincimento che contro di lui fosse in atto un complotto per espellerlo dall’Italia, ordito un po’ da tutti.
La colpa di don Roberto pare fosse quella di avergli presentato un avvocato che a suo dire non l’aveva seguito come doveva, e sembra che l’arrestato ce l’avesse proprio con il legale. Nel corso dell’interrogatorio sarebbe stato anche confermato il fatto che proprio ieri era in programma dal giudice di pace una udienza per una vicenda che lo riguardava legata alla legge sull’immigrazione.
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