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Il parco secolare di Villa Giovio verso l’apertura

Aprire il parco di Villa Giovio al pubblico. Se non interamente almeno in una sua parte. Di questo si parlerà domani pomeriggio nella commissione consiliare I (Affari generali e istituzionali, bilancio e programmazione).La dimora della famiglia del celebre umanista Paolo Giovio, va ricordato, è di proprietà dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail). E anche questo immobile potrebbe finire nell’elenco degli edifici in vendita. Nel piano delle

dismissioni, legato anche agli investimenti sulle nuove sedi in atto da parte dell’Inail, potrebbe rientrare infatti pure Villa Giovio, edificio tutelato dalla Soprintendenza, che necessita di opere di recupero.Qualunque sia il futuro di questo edificio cittadini, in commissione I si cercherà di capire se esistano o meno i margini operativi per ottenere, in sintonia con i proprietari, un’apertura almeno parziale del parco a beneficio dei cittadini. «Discuteremo una proposta di delibera con la quale impegnare l’amministrazione affinché verifichi se esistono le condizioni per ottenere tale apertura – dice il presidente della Commissione I, Giorgio Selis – La commissione sarà il primo passaggio per verificare se c’è sintonia di intenti. E per avere qualcosa di condiviso da portare poi in consiglio comunale. Così da poter inserire il tema all’ordine del giorno».Progetto condiviso, consiglio comunale, ordine del giorno. Tutti termini che fanno presagire che i tempi dell’apertura del parco della villa, con piante secolari, saranno tutt’altro che celeri.«Innanzitutto ora l’urgenza nelle prossime sedute di consiglio riguarderà gli assestamenti di bilancio. Ma noi iniziamo a portarci avanti anche su questo tema molto sentito già da tempo», aggiunge sempre Giorgio Selis.«Orientativamente il tema Villa Giovio non verrà dibattuto in aula prima del mese di dicembre», conclude il presidente della Commissione I.La villa venne ristrutturata più volte. Un primo intervento risale al 1775.Poi tra il 1790 e il 1795 l’immobile venne trasformato su progetto di Simone Cantoni e vennero adottati i canoni del neoclassicismo.

F.Bar.

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