Categories: Cultura e spettacoli

Il “Patria” è pronto a salpare

Tesori lariani – Il presidente della Famiglia Comasca si dice preoccupato per il futuro del piroscafo: si cerca chi lo gestirà dopo i restauriSono passati sei anni dall’avvio dei lavori e sono stati spesi circa 4 milioni. Ma, alla fine, il Patria, ottimisticamente entro dicembre (si ipotizza per la crociera inaugurale a Capodanno) e comunque entro il 2013, dovrebbe navigare di nuovo. Il 2012 è l’anno della rinascita per lo storico piroscafo – l’ultimo recuperato quasi filologicamente – varato il 31 luglio 1926, che dopo essere stato acquistato per la cifra simbolica di un euro da Villa Saporiti, è nei cantieri di Dervio per unadelicata ristrutturazione.Il presidente della Provincia Leonardo Carioni e Piercesare Bordoli, presidente della “Famiglia Comasca” che a fine 1990 lanciò una raccolta di firme per salvare il battello dalla demolizione, hanno di recente compiuto un sopralluogo sul cantiere.Nell’associazione di via Bonanomi, Bordoli ha un modellino in scala del Patria e gli dedicherà il “Tacuin”, il calendario dialettale del sodalizio, edizione 2013. Ma ora vuole vederlo navigare come forte strumento di marketing territoriale, anche in chiave Expo 2015. Presto dovrebbe essere accontentato: basta un personale di 5 elementi. I nuovi motori a vapore consumano un quinto di quelli originali. Si sta mettendo mano all’impianto elettrico e all’isolamento interno: il Patria avrà aria condizionata per garantire il comfort ai passeggeri e navigare così tutto l’anno. In agosto ci sarà un primo giro di prova, dopo l’installazione delle grandi pale che ha richiesto il rifacimento del perno sul cui asse ruotano.C’è però un interrogativo sul futuro del Patria, che una volta uscito dai cantieri dovrebbe prender casa all’ormeggio in piazza Cavour: chi lo gestirà? E a quale prezzo? Sarebbe una beffa ritrovarsi con il Patria perfettamente restaurato – ora mancano gli arredi e si vorrebbe chiedere un ulteriore sforzo alla Fondazione Cariplo per completare l’opera – ma fermo. Potrebbe ospitare meeting, crociere di uno o più giorni, battellate.«Vederlo fermo sarebbe peggio che vederlo affondare. È una prospettiva che mi angoscia», commenta Bordoli. che aggiunge: «Prendiamo esempio dal Lago di Lucerna dove navigano cinque battelli storici. Noi della Famiglia Comasca stiamo già affrontando questo tema. Ci sono varie ipotesi per la gestione del natante, una volta restaurato. Si è detto di affidarlo alla Navigazione Laghi, ma nello spirito di collaborazione con il territorio che ci contraddistingue, sapendo che essa non è in facili acque economiche, abbiamo allo studio anche soluzioni alternative o che fungano da supporto».

Lorenzo Morandotti

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