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Il presidente Marson. «Nella vita si deve puntare al meglio: Cantù può sognare la finale-scudetto»

«Sono orgoglioso per tanti motivi: per come si sta comportando la squadra, per l’obiettivo del nuovo palazzetto che stiamo raggiungendo, per il lavoro che è stato svolto dalla società, sia da chi ha più visibilità, sia da chi non compare mai, ma ogni giorno dà un contributo fondamentale». Davide Marson, presidente della Pallacanestro Cantù, parla a tutto campo, dei risultati ottenuti in campo e nella gestione del club.«La squadra? È un gruppo che ha capito che cosa sia la canturinità – afferma il presidente – Vedo ragazzi che lottano su ogni pallone e che escono dal campo con le ginocchia sbucciate. Poi possono perdere, anche di un punto, come è capitato anche domenica scorsa contro Brindisi, ma dopo aver dato tutto».Marson spiega la svolta in questo senso: «Avevo visto gare giocate senza il giusto mordente e dopo la sconfitta con Sassari ho parlato alla squadra. Mi sembrava giusto far capire i nostri valori: a Cantù non ci si arrende mai, si lotta sempre fino all’ultimo. Il discorso è stato colto, come hanno è stato poi dimostrato sul campo. Che si vinca o che si perda, la nostra formazione esce sempre a testa alta».Il presidente pensa anche ai due giocatori che hanno lasciato la squadra, Corban Collins e Yancarlos Rodriguez. «Entrambi sono stati professionali fino all’ultimo e hanno fatto il loro lavoro con intensità. Meritano grande stima».E su coach Cesare Pancotto Marson dice: «È la persona giusta per gestire un gruppo giovane. La sua umanità è un fattore che fa la differenza. A lui siamo grati per aver creduto nel nostro progetto quando altri la scorsa estate non si facevano trovare o ponevano condizioni che non potevano essere accettate».A proposito di staff tecnico, il presidente ha già designato quello che tra qualche stagione sarà il coach della squadra brianzola. «Credo fortemente in Antonio Visciglia. Ha un enorme potenziale, competenza e umiltà. Vicino a un tecnico esperto come Pancotto può crescere di giorno in giorno».Una formazione che sta mostrando una costante crescita. Tutti, quotidianamente, sottolineano che l’obiettivo è solo la salvezza. Se si parla di playoff c’è chi non la prende benissimo. Ma Marson con la sua schiettezza va oltre: «Sapete cosa vi dico? Che per quanto mi riguarda, noi possiamo anche andare a giocare la finale per lo scudetto. Sognare non è vietato: nella vita si deve sempre puntare al meglio, pensare a raggiungere anche obiettivi che possono sembrare impossibili. Non mi precludo traguardi: perché non pensare in grande? È il bello dello sport».Sui tifosi della S.Bernardo-Cinelandia Davide Marson tiene a sottolineare: «Abbiamo la curva più bella d’Italia. Gli Eagles nel 2020 compiono trent’anni dalla fondazione e la società regalerà loro lo striscione commemorativo. Domenica scorsa ci sono state polemiche per presunti sputi contro un giocatore avversario: io preferisco pensare al grande applauso di incoraggiamento che il palazzetto ha tributato a un atleta di Brindisi che si era infortunato».A livello societario, il numero uno della Pallacanestro Cantù dice: «Siamo riusciti a portare avanti un progetto che un anno fa sembrava una pazzia. Siamo un bel gruppo, che è aiutato anche da persone che non sono sotto i riflettori e che invece lo meriterebbero. Cito ad esempio il mio amico Claudio Vassallo, avvocato. Abbiamo l’orgoglio di essere un riferimento per la città, non solo sportivo; penso al nostro contributo per preservare la tradizione della Giubiana, a cui teniamo tantissimo. Una collaborazione portata avanti con l’organizzatore Sandro Pifferi e “Per Cantù” con Enrico Broggi».E il progetto per il nuovo palazzetto a che punto è? «Siamo sostanzialmente a posto – dice Marson – la squadra è pronta, anche in anticipo rispetto alla scadenza del 29 gennaio, che ci eravamo dati. Ho già parlato con un potenziale costruttore e con la direzione dei lavori. Siamo pronti. Non ci rimane che attendere le indicazioni da parte delle istituzioni per poi iniziare. Abbiamo l’appoggio del presidente della Federazione Gianni Petrucci e del Credito Sportivo. Non voglio parlare di tempi fino a quando non avremo l’elenco completo degli adempimenti. Ma crediamo fermamente che la costruzione di un palazzetto polivalente come quello che abbiamo in mente possa segnare una svolta positiva e decisiva per il futuro di Cantù e della Brianza».

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