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Il rifiuto di De Santis spariglia le carte del totosindaco di Como

Il naufragio del “modello Draghi” per Como, con il rifiuto di Paolo De Santis a guidare una coalizione di centrosinistra, allargata a società civile, e pure con il sostegno di alcuni partiti di centrodestra, ha sparigliato le carte. Sul Lario impazza così il totosindaco, con diverse forze politiche messe in seria difficoltà, quando mancano nove mesi alle amministrative. L’unico nome certo per la corsa alla prima poltrona di Palazzo Cernezzi, ad oggi, è quello del “civico” Alessandro Rapinese, in lizza per la terza volta.

L’attuale sindaco, Mario Landriscina, non ha ancora sciolto le riserve per un mandato bis, ma non si sottrae a commentare l’uscita di scena di un possibile avversario fortissimo e che, secondo le indiscrezioni, avrebbe potuto attingere voti, uomini e donne dalla stessa attuale maggioranza in Comune.«Non so se vi siano stati incontri segreti con qualche partito della mia maggioranza – dice Landriscina – Però Paolo De Santis, negli ultimi anni, con la sua Officina Como è stato più che altro espressione del centrosinistra». Un’uscita di scena che potrebbe spingere con maggiore decisione Landriscina a cercare il bis? «Non ci ho ancora pensato. È vero – dice il sindaco – Ora ho in testa una serie di urgenze per la città che dobbiamo chiudere. Sono preoccupato che la pandemia finisca alla svelta, perché Como deve ripartire al 100%. Arriverà il momento di decidere sul candidato sindaco, io e altri faremo le giuste riflessioni», aggiunge.Il pensiero va però ancora al possibile sfidante di peso. «Paolo De Santis è un personaggio con una storia imprenditoriale importante, che anche di recente ha fatto operazioni impegnative sul territorio – dice Landriscina – Posso capire in pieno la sua indisponibilità a ricoprire il doppio ruolo di sindaco e imprenditore del settore turistico, quando il mercato sta per ripartire. Il mestiere di sindaco è totalizzante, per tempo e risorse. Sarebbe stata una figura di grande prestigio, ora toccherà ai partiti del centrosinistra trovare un’altra personalità così importante», conclude.Sulla persona di De Santis, infatti sembravano convergere soggetti e partiti che rappresentano uno spettro politico molto ampio. Centrosinistra, sicuramente, Pd in testa. Ma pure una parte del centrodestra, tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Paolo De Santis è stato assessore ai Lavori pubblici a Como a metà degli anni Novanta, con il sindaco Alberto Botta (Forza Italia), poi presidente della Camera di Commercio e promotore del circolo politico e culturale Officina Como. I commenti ufficiali dei segretari provinciali di due partiti “forti” chiamati in causa sono però soppesati, parola per parola.«Ho grande stima di Paolo De Santis come persona e personalità, non possiamo però in alcun modo parlare di un suo rifiuto alla candidatura a sindaco di Como sostenuto dal Pd – dice il segretario provinciale dei Dem, Federico Broggi – All’interno del partito la gestione delle candidature e delle coalizioni è affidata a me e a Tommaso Legnani. Io non ho mai incontrato in questi mesi Paolo De Santis e soprattutto mai avrei dato il benestare a una coalizione larga, dal Pd a Fratelli d’Italia. Questa è fantapolitica».«I ragionamenti sulle coalizioni a Como avverranno con realtà civiche, così come nelle ultime tornate elettorali, smentisco altri scenari in maniera chiara – dice ancora Broggi – De Santis ha dato e avrebbe potuto dare molto a Como, ne sono convinto, ma il suo no è arrivato prima di investiture ufficiali e di qualsiasi trattativa. Continuiamo a lavorare su altri nomi per la squadra e i progetti per la città. Si deve seguire la giusta strada, memori anche degli errori da non ripercorrere, come il tutti contro tutti nell’ultimo anno e mezzo della giunta Lucini. Vogliamo condividere un progetto e un candidato per vincere e governare Como per i prossimi cinque anni. Io candidato? No, grazie, non sarebbe compatibile con gli altri impegni presi per il Pd», conclude Broggi.Caute e tattiche anche le parole del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari.«L’ipotesi di un “listone” trasversale dal Pd al centrodestra uscita sui media nei giorni scorsi per me resta un’indiscrezione – dice – Sicuramente la figura di Paolo De Santis era e resta di alto profilo e prestigio. Il suo è un curriculum di tutto rispetto», commenta Molinari.«Tuttavia, mi sembra più vicino al centrosinistra che a noi. Come coordinatore del partito – dice – sto sempre lavorando a livello locale per coalizioni di centrodestra tradizionali. Non ho mai avuto il piacere di sedermi al tavolo con queste prospettive di liste allargate, quindi per me restano indiscrezioni. Il nostro obiettivo è avere un candidato di centrodestra. Abbiamo deciso con il sindaco Landriscina e gli altri colleghi delle componenti di maggioranza di rifare il punto dopo le elezioni di inizio ottobre. In quel momento capiremo l’eventuale disponibilità del sindaco attuale e partiremo con le nostre valutazioni», conclude Molinari.

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