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Il sindaco di Chiasso e la “Porta Sud delle Alpi”: «Progetto utile anche ai comaschi»

Eliminare il valico di Brogeda (nella foto) e gli ultimi due km di autostrada in Ticino – gli stessi, per intendersi, che oggi sono caratterizzati dalle grandi barriere antirumore – ma anche i viadotti in territorio italiano. Il tutto, grazie a un tunnel sotto la collina del Penz, il nome che i chiassesi danno alla “Spina verde” dei comaschi. Un progetto che il sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni, ritiene «ambizioso» e persino «geniale», ma sulla cui fattibilità, almeno al momento, nessuno sarebbe oggi in grado di scommettere un solo centesimo.Raggiunto da una troupe di Espansione Tv ieri pomeriggio nel suo ufficio in municipio a Chiasso, il sindaco della cittadina di frontiera è tornato a elencare le virtù di questa idea di interramento dell’ultimo tratto della A2.Rivelando, tra le altre cose, la possibile collocazione della dogana commerciale, immaginata all’uscita italiana della galleria di 4 km.«Diciamo che è un progetto ambizioso, geniale – ha detto Arrigoni – speriamo che non rimanga soltanto un sogno e che si possa vedere una fattibilità».L’impegno del sindaco di Chiasso è chiaro. «I prossimi passi – ha chiarito – sono politici. Vogliamo presentare questa idea alle istanze superiori: sia a chi gestisce le autostrade (l’Ustra, ndr), sia al Cantone e alla Confederazione».Obiettivo minimo dichiarato: verificare la possibilità di farsi finanziare uno studio di fattibilità, il primo passo – anche in Svizzera – di ogni possibile progetto.Certo il piano di Arrigoni non può prescindere da una forte intesa con l’Italia, dato che il tunnel sbuca a Monte Olimpino. Qui potrebbero nascere i primi dubbi, soprattutto di carattere finanziario. E di convenienza. Per quanto, il sindaco di Chiasso non sembra avere incertezze sui vantaggi di una simile operazione. «Ci sarebbe un recupero del verde e della qualità di vita sia per la parte svizzera sia, soprattutto, per la parte italiana», ha ribadito ai microfoni di Etv.Nessun accenno ai costi, forse è ancora troppo presto. Ma una riflessione sul tema dovrebbe essere forse il primo dei problemi.«Spero che questo progetto si possa realizzare – ha concluso Arrigoni – È chiaro: una cosa simile non si fa dall’oggi al domani. Ma tra qualche mese sapremo se ci sarà qualcosa di più concreto».

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