Primavesi risponde a BruniGiansilvio Primavesi, numero uno di Conf- commercio Como, contrattacca. E rispedisce al mittente le accuse lanciate dal sindaco Bruni contro la categoria.«Sono parole inaudite», sbotta il presidente rileggendo per l’ennesima volta le dichiarazioni del primo cittadino che aveva definito «vergognoso e ridicolo non investire 80 euro per le luminarie di Natale». E la replica è altrettanto secca. «Il sindaco farebbe meglio a guardarsi allo specchio e osservare come è ridotta la
città. Guardi che scempio e la vergogna di Como – tuona Primavesi – Non si nasconda dietro il tema delle luci di Natale ma si concentri invece sui tanti problemi esistenti». È un fiume in piena. «Confcommercio non c’entra con i risultati ottenuti. In città, inoltre, non ci siamo solo noi. Anche artigiani e Confesercenti. Bisognerebbe valutare ogni aspetto. Noi abbiamo fatto il possibile – aggiunge – Abbiamo sollecitato il Comune in più di un’occasione. Alcuni negozianti ci hanno chiamato dicendoci che gli steward incaricati dal Comune per la raccolta delle adesioni non erano mai passati. E così noi abbiamo sollecitato un loro intervento immediato. Come in via Natta, dove sono passati ieri e ci saranno le luci». Intanto anche in via Carloni sembra che alla fine si accenderanno le luminarie. «I commercianti si sono autotassati per pagare le luci, la loro installazione e tutto il necessario», aggiunge Primavesi.Infine una stoccata a Palazzo Cernezzi. «Nel settore Commercio contano solo i dirigenti che hanno in mano l’intera pianificazione del progetto. Purtroppo però non sanno gestire la materia dimenticandosi, ad esempio, vie importanti e non intervenendo a dovere – conclude il presidente di Confcommercio Como – Basti dire che piazza San Fedele non era stata censita per il piano luci e si è recuperato in extremis. Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Ribadisco che per certi esercenti è stato realmente impossibile investire 80 euro. La colpa, in conclusione, non è nostra».Nel dibattito interviene anche il presidente di Conf- esercenti Como, Sergio Ferrario. «La ragione, a mio avviso, sta nel mezzo. Se da un lato mi sembra inammissibile che un commerciante non possa investire 80 euro, dall’altra il Comune di Como si è mosso goffamente e in colpevole ritardo».
Fabrizio Barabesi
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