Categories: Notizie locali

Il sogno del paradiso sul direttissimo Milano-Chiasso

Memorie larianedi Renzo Romano

Un mattino di maggio del 1970, aula di fisica all’Università Statale di Milano. Il consueto quarto d’ora accademico tra una lezione e l’altra è trascorso, del professore nessuna traccia. Forse avrà “bigiato”, fatalmente sedotto dal sole quasi estivo splendente quel giorno nel cielo di Lombardia “così bello quando è bello” per dirla con il Manzoni. Un’occhiata all’orologio: “Sì, forse faccio in tempo a prendere il direttissimo delle undici e trentotto”. Via di corsa, il tram, eccolo

il “diciotto” per la Stazione Centrale.Arrivo al marciapiede numero nove che è quasi mezzogiorno, il binario è vuoto, il treno non è ancora arrivato, il solito – questa volta opportuno – ritardo. Il lungo marciapiede è affollato di uomini, donne, bambini carichi all’inverosimile di bagagli. Grandi valige tenute assieme da provvidenziali cinture, scatoloni legati con la corda, borsoni, pacchi di ogni forma e colore.Su una panchina un signore anziano, un papà o un nonno, il volto inciso dal sole, il sole caldo del Sud, attorniato dai suoi familiari, fa la conta dei “colli”, dei bagagli, in un dialetto per me incomprensibile. La conta è interrotta da un grido: “Il treno, arriva il treno!”. Ognuno si carica del proprio “collo” e si avvicina pericolosamente al binario per essere pronto a salire sul convoglio che sta entrando lentamente nella stazione.È un vero e proprio assalto alle carrozze per procurarsi un posto a sedere in vista del lungo viaggio. I più lesti a salire sono i più giovani. Occupano i posti negli scompartimenti per i loro familiari, si affacciano ai finestrini attraverso i quali si fanno passare i bagagli. Dopo pochi minuti il treno è strapieno, i corridoi invasi da valigie e cartoni e anche da persone che non hanno trovato posto a sedere.Riesco a fatica a salire facendomi faticosamente strada nel corridoio tra la gente e i bagagli. Miracolosamente trovo posto nel primo scompartimento. Osservo i volti dei miei vicini. In tutti leggo storie di lavoro promesso e di speranza. E anche di rimpianto. Le lunghe serate, la luna nel cielo, a parlare di olio, di vendemmia, finché un giorno arriva la lettera di un cugino con un timbro strano, un francobollo mai visto, poche righe: “Qui c’è lavoro per tutti, basta tenere la voglia!”. La decisione di partire, il coraggio di lasciare alle spalle sole, mare, calore delle cose amiche, amori, affetti.Il lavoro, troveranno il lavoro, non temono la fatica. Non lo sanno, nella lettera del cugino non è scritto, ma li aspettano anche freddezza, indifferenza, qualche volta disprezzo. Leggeranno con meraviglia, rabbia e disappunto, cartelli assurdi e incomprensibili esposti nelle osterie come: “Morra verboten”, ovvero vietato giocare a morra, uno dei giochi più in voga in quegli anni, specialmente in Lombardia e nel Ticino, per prevenire liti e schiamazzi tra i giocatori.Trasaliranno davanti allo squallido e incivile diktat appeso alla porta di alcuni locali di oltre Gottardo: “Fuori i cani e gli italiani”, ad impedirne l’accesso.Per ognuno dei miei compagni di viaggio una storia diversa, ma un destino comune che passa per il treno delle undici e trentotto, direttissimo Milano-Chiasso.Al mio fianco un signore anziano, forse un contadino, le mani segnate dalla fatica nei campi, l’abito buono con il gilè e l’orologio nel taschino. Di fronte due giovani, moglie e marito, la terra che hanno lasciato incisa nei volti. È ora di pranzo. Le ampie borse aperte sul piccolo tavolino. Le pagnotte, una bottiglia di vino, i sottaceti, il pecorino, i loro profumi penetranti. L’invito spontaneo a favorire: “Prova, almeno un boccone, è roba buona, roba di casa!”.La partenza improvvisa, un sussulto, da una grande valigia – un angelo la sostiene in un instabile equilibrio – una goccia, di olio o forse aceto o vino… La mia giacca, la mia giacca nuova, il punto d’arrivo. “Forse si è rovesciato il vaso di melanzane e quello delle olive sott’olio…”. Le parole confuse, il dispiacere dipinto sul volto, le scuse. “È olio nostro, genuino, non lascerà tracce”. Sorrido, nascondo il mio disappunto.Como è ormai prossima. La macchia d’olio, o forse d’aceto, è quasi sparita. Saluto i miei compagni di viaggio. I funzionari della dogana italiana controllano i passaporti. La prossima fermata è Chiasso, l’anticamera del paradiso promesso. Un controllo ancora più accurato dei documenti di viaggio e di lavoro. Uomini, donne, bambini sono invitati a scendere e condotti in un ampio salone. Per loro un’accurata visita medica: radiografia al torace, analisi del sangue. L’attesa dei risultati. La Svizzera è il Paese dei sani, per gli altri la frontiera si chiude, si ritorna in Italia.I più fortunati troveranno lavoro nei cantieri e nelle fabbriche, e alloggio in baracche pulite, servizi in comune. Come detto, non lo sanno, nella lettera del cugino non è scritto, ma scopriranno anche la freddezza, l’indifferenza, qualche volta il disprezzo della gente, anche la lingua li separa… E anche cartelli assurdi e incomprensibili esposti nelle osterie che recitano “Morra verboten” per prevenire liti fra i giocatori di “morra”, o peggio il mortificante e incivile avviso “Fuori i cani e gli italiani” all’ingresso di alcuni locali oltre Gottardo. Ma queste sono cose che si tengono dentro. Nipoti e cugini, mamme e papà, nonni e nonne, leggeranno solo: “Qui c’è lavoro per tutti, basta tenere la voglia.”Allontano questi pensieri, mi sento fortunato, protetto. Respiro l’aria di Como, l’aria di casa. San Maurizio gioca con le nuvole, le funicolari si incontrano a metà collina per Brunate… La filovia, arriva la filovia per Ponte Chiasso, la riconosco da lontano perché è l’unica con l’insegna in rosso… corro, eccomi!

Redazione

Share
Published by
Redazione

Recent Posts

Né doccia né vasca: l’ultima novità le sostituirà entrambe | Sembra arrivata direttamente dal futuro

Una nuova tecnologia per lavarsi promette di superare doccia e vasca, con un rituale veloce…

13 ore ago

La pensione non mi bastava mai: poi ho scoperto che potevo gonfiarla | Ecco in che modo ho convinto l’INPS

Per anni una pensione discreta sembrava immobile, poi una semplice domanda all’INPS ha trasformato un…

16 ore ago

È il mezzo di trasporto più pericoloso d’Italia | Chi lo usa rischia la vita: si è perso il conto delle tragedie

Un nuovo studio svela qual è il mezzo più rischioso in assoluto: i numeri sugli…

21 ore ago

L’hanno definita “dieta del caffè” | Se lo bevi in questo modo puoi perdere peso: la nuova scoperta può cambiarti la vita

Un preciso modo di bere il caffè, senza eccessi e con alcune regole, può diventare…

2 giorni ago

Posto di Blocco, questi documenti non valgono più | La decisione arriva dall’Europa: dovremo cambiarli il prima possibile

Un documento che mostriamo da una vita al posto di blocco sta per sparire: la…

2 giorni ago

Cucina, le piastrelle vanno in pensione | Ecco l’alternativa che sta conquistando tutti: si tratta della fine di un’era

Le piastrelle in cucina passano di moda: un rivestimento continuo, facile da pulire e moderno…

2 giorni ago